Conosciuto per il fatto di essere stato il luogo dove sono vissuti artisti come Eduardo De Filippo e Raffaele Viviani, il rione Acqua della Madonna conserva al suo interno tesori meritevoli di essere conosciuti. Tale zona deve il suo nome alla scoperta di una fonte nei sotterranei della sacrestia della chiesa di Portosalvo, il cui ritrovamento permise di identificare l’intera area come “zona di prosperità idrogeologica”. Nella celebre “piazzetta dell’acqua acidula”, esiste da tempo l’usanza di berla e di riempirvi le proprie bottiglie con essa.
Edificata nel 1577, grazie alla confraternita dei Bottai, la chiesa di Santo Spirito presenta al suo interno non solo una croce latina, ma anche due altari, uno dedicato a san Ciro e un altro a Maria Santissima della Misericordia, insieme a diversi stucchi settecenteschi. Fiori all’occhiello della struttura la pala di Giovan Battista Rossi sulla Pentecoste, con lo Spirito Santo in forma di Colomba che discende sugli Apostoli come lingue di fuoco, e la statua di San Ciro di Vincenzo Reccio; va inoltre citata la stampa di sant’Antonio di Padova, che appartenne a mons. Catello Longobardi, considerata miracolosa e oggetto venerato dagli stabiesi, a cui chiedono grazie e miracoli.
Eretto inizialmente nel 1580 dalla confraternita dei marinari & pescatori & padroni di barche e bastimenti – formatasi nel 1561 – il primo Santuario di Santa Maria di Portosalvo sorse affiancato al complesso carmelitano dell’Annunziata al Molo, venendo abbattuto insieme a d esso per ampliare i cantieri navali. In seguito, tra il 1825 e il 1834, fu ricostruito e venne elevato “formalmente” nel 1947 dal vescovo Federico Emanuel. Sito sull’altare privilegiato, la Madonna di Portosalvo, ad opera di un pittore “sconosciuto” che la realizzò nel 1630, insieme a diverse pitture absidali di Vicenzo Galloppi restaurate da Francesco Filosa. Meritano di essere visti il SS. Crocifisso ligneo del 1625 – restaurato quasi cinque anni fa – e la statua ottocentesca dell’immacolata attribuita a Vincenzo Reccio; custodita nel Museo Diocesano, infine, una monumentale Macchina Eucaristica dello scultore Gennaro Cerrone, secondo i registri.