Sorgeva un piccolo villaggio e una torre a forma di piramide nel territorio pianeggiante in prossimità dei Monti Tifatini, laddove oggi si erge trionfante la meravigliosa Reggia di Caserta.

Nata dalla volontà di Carlo di Borbone, re delle Due Sicilie, e dall’ingegno di Luigi Vanvitelli. Questi sognò di realizzare una reggia che se non più bella, almeno fosse pari a quella di Versailles, e come in ogni luogo magico, non poteva mancare un principe con la sua bella ed una strega.

Si narra infatti che il giovane Andrea amasse follemente la bellissima Rossella, figlia di un pescatore. La diversità di ceto non rappresentava però un ostacolo per i due giovani che si amavano di un amore sincero, tanto da essere pronti a convogliare a nozze. Ma la brama di potere che corrode i cuori, indusse alcune aristocratiche interessate alla posizione di Andrea, a rivolgersi ad una strega, che diede loro una rosa avvelenata, promettendo che quando la ragazza l’avrebbe annusata sarebbe morta all’istante.

Venne il giorno del matrimonio, ed il mortale dono fu consegnato alla giovane promessa sposa,  che prima di percorrere la navata della chiesa decise di annusarla. L’attesa delle cortigiane era palpabile, ma con loro sommo rammarico, il profumo del fiore non la uccise, ma la tramutò in un’orribile vecchia.

Assalita dalla paura e senza sapere cos’altro fare, Rossella si rivolse ad una megera del beneventano, la quale le assicurò che solo il bacio di un principe avrebbe spezzato il sortilegio, e così senza ulteriori indugi corse dall’amato, sicura che il suo bacio l’avrebbe salvata.  Andrea però, nonostante le spiegazioni, non la riconobbe, ed anzi, accusò la vecchia che aveva difronte, del rapimento della giovane, e la condannò all’esilio,  in una grotta all’interno del parco della Reggia di Caserta.

Disperato per la scomparsa della fanciulla, il principe mise insieme un manipolo di uomini e partì alla sua ricerca, errando fino ai confini del regno per ben tre anni, fino a quando morì per il dolore di non averla ritrovata. Trascorsero molti anni ancora, e la solitudine di Rossella fu interrotta da una battuta di caccia, ed in particolare da un principe austriaco di nome Ulderico, che trovata la grotta vi penetrò, scorgendo una vecchia a cui si rivolse con grande gentilezza. La dolcezza del giovane colpì a tal punto la donna, che gli regalò un ramo di pungitopo che avrebbe dovuto appuntare sul petto come porta fortuna. Ringraziata e salutata la vegliarda, il principe riprese la sua strada, e proprio mentre anche la caccia riprendeva, un cinghiale infuriato caricò il re, ossia il padre di Andrea, che però fu salvo grazie al repentino intervento di Ulderico, il quale si frappose tra lui e l’animale, rimanendone però ucciso. Rossella che assisté all’accaduto, ne fu talmente sconvolta da urlare facendosi notare da tutti e così, i presenti, credendola responsabile dell’aggressione, la condannarono a morte.

Condotta a palazzo, chiese di poter vedere un’ultima volta Ulderico, e accarezzatane la fredda salma, si punse col rametto che il nobile aveva sull’abito, ed una goccia del suo sangue, cadde sulle labbra del giovane, il quale sotto gli occhi increduli di tutti si risvegliò. Tanta fu la sua gratitudine che baciò la vecchia, e nello stesso istante in cui le loro labbra si sfiorarono, un’immensa luce proveniente dal corpo della donna travolse il principe e nuovamente Rossella riprese la sua forma.

Il sortilegio era stato spezzato esattamente come aveva predetto la megera, e la fanciulla nuovamente giovane, fu presa in sposa da Ulderico, e così i due partirono per un lungo viaggio, e tutto il dolore, la solitudine e le sofferenze furono dimenticate, lasciando il posto al loro amore nascente.

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Dott.ssa Assunta Mango, laureata in economia all’Università Federico II, giornalista, scrittrice, ricercatrice e mobility manager, addetta alla selezione e valutazione del personale nonché progettista presso il Comune di Napoli. Ha pubblicato: “Napoli Esoterica: I tre Decumani“, "Tempo e Tradizioni: I mestieri nel Presepe Napoletano", "Storie e leggende tra i due laghi“, "Mirate al cuore", "Io, sono Giuditta". Regista e sceneggiatrice di commedie teatrali e socia fondatrice dell’Associazione “Oltre i Resti“.