Disturbo psicosomatico che può manifestarsi quando ci si può trovare davanti a determinate opere d’arte o architettoniche di notevole bellezza, la cosiddetta Sindrome di Stendhal nasce da un’esperienza descritta dallo scrittore francese Marie-Henri Beyle (1783-1842), conosciuto con lo pseudonimo di Stendhal, durante una visita alla Basilica di Santa Croce a Firenze. Ad usare tale termine fu la psicanalista italiana freudiana Graziella Magherini, quando descrisse di aver dovuto soccorrere diverse centinaia di turisti stranieri, finiti nell’ospedale dove prestava servizio, in preda ad agitazione, disturbi dell’umore, disturbi del pensiero ed attacchi di panico, che si erano manifestati durante le loro visite ai luoghi d’arte presenti nella città.
In quanto affezione psicosomatica, i sintomi principali ad essa legata sono tachicardia, capogiri, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza e siti in spazi limitati. Alcuni arrivano ad affermare di “uscire” dal proprio corpo rimanendo incantati ed estasiati da quello che vedono, mentre altri provano una sorta di senso di terrore. Da ricordare il film del 1996 La Sindrome di Stendhal realizzato da Dario Argento, basato su tale malattia di cui è affetta una poliziotta interpretata dalla figlia, Asia, a caccia di un serial killer responsabile della morte di molte donne in una Firenze onirica ed horror.