Oggi, oltre un milione di studenti lombardi ha fatto ritorno a scuola, dopo la “chiusura forzata” dettata dal Coronavirus, nella speranza di un potenziale “ritorno alla normalità” dettato da mesi di lockdown serrato.
Ma, con la pandemia ancora in atto, l’attenzione è tenuta ai massimi livelli per poter garantire il rispetto delle norme anti-contagio e per isolare eventuali casi di positività che potrebbero riguardare alunni o insegnanti.
Con oltre 70mila studenti nella sola Milano – bambini e ragazzi che frequentano le poco meno di 5000 scuole primarie e secondarie della regione – e i 1.200 istituti presenti nel capoluogo lombardo, si prospetta un anno scolastico che non sarà affatto facile.
A dimostrare ciò, l’assembramento all’istituto Trilussa di via Graf – una scuola elementare milanese – all’ingresso, dove è avvenuto il mancato rispetto della distanza interpersonale, che ha portato all’intervento della polizia locale, arrivata solamente quando ormai la situazione si era risolta in qualche modo.
“Se va avanti così tra una settimana si chiude. Noi rappresentanti dei genitori avevamo mandato una circolare spiegando che dovevano lasciare i bambini senza accompagnarli al cancello. Così i bambini si ammalano: io non rischio la vita di mia figlia per mandarla a scuola”.
Questi i commenti di alcuni genitori, che non nascondono la propria paura, date le difficoltà emerse come quella dei trasporti – che da oggi hanno visto aumentare la propria capienza dell’80 per cento e che dovranno sottoposti a un importante test legato all’affluenza – e delle “cattedre vuote” – 30mila in tutta la Lombardia e oltre 10mila solo nel Milanese – e che generano tante incertezze.
Forse sarebbe stato meglio posticipare la riapertura ad ottobre, per poi ripartire con maggiore sicurezza?