Prima con gli Aragonesi-Catalani (1442 -1503) e poi con i Castigliani (1503 – 1707), Napoli è stata dominata per quasi tre secoli dagli Spagnoli. E ciò non poteva che influenzare la società cittadina in tutti i suoi settori, compresa la lingua parlata e scritta.
E la nostra lingua è quella maggiormente influenzata dai cosiddetti “prestiti linguistici” di provenienza ispanica.
Una faccia, una razza…e una lingua.
Soprattutto nel nostro ceto popolare quanta somiglianza si nota nei tratti somatici, nella fisiognomica con i nostri cugini neolatini.
Ecco alcuni esempi di parole di largo uso nel Napoletano.
Abbuffà: da Bofar (soffiare, gonfiare)
Abbuscà: da Buscar (guadagnare arrangiandosi, prendere botte)
Abbascio: da Abajo (giù)
Alliffato: da Alifar (pulire)
Ammuina: da Amohinar (fare confusione, infastidire)
Ampressa: da Apriesa (prontamente)
Arravuglià: da Arrebujar (avvolgere)
Arrugnà: da Arrugar (contrarre, corrugare)
Buffettone: da Bofeton (ceffone)
Butteglia: da Botella (bottiglia, ma anche dal francese buteille)
Cacciuttiello: da Cachorro (cucciolo di cane)
Cammisa da Camisa (camicia)
Canzo da Alcanzar (conseguire, raggiungere)
Capuzziello da Cabezudo (caparbio, testardo, prepotente)
Còsere da Coser (cucire)
Culata da Colada (bucato)
Cu mmico, cu ttico da Con migo, con tigo (con me, con te)
Currea da Correa (cinghia, cintura)
Cucchiara da Cuchara (cucchiaio)
Cunto da Cuento (racconto, favola)
Guappo da Guapo (coraggioso, intrepido, prepotente)
Mola da Muela (mola, dente)
Micciariello da Mechero (fiammifero)
Muccaturo da Mocador (fazzoletto)
Muorzo da Almuerzo (spuntino, colazione)
Nennella,Nennillo da Nena, Nino (bambina, bambino)
‘Mpizzà da Fijar (introdurre, ficcare)
‘Ngrifarse da Engrifarse (alterarsi, impennarsi)
‘Nzertà da Ensertar (innestare, intrecciare)
Palià da Apaleàr (bastonare, percuotere)
Papiello da Papèl (carta, documento, molto lungo nell’accezione napoletana)
Passià da Pasear (passeggiare)
Rilorgio da Reloj (orologio)
Riggiola da Rejol (pila di mattoni)
Sbarià da Desvariar (farneticare, divagarsi nell’accezione napoletana)
Scarfà da Escalfar (riscaldare)
Semmana da Semana (settimana)
Sguarrà da Desgarrar (divaricare)
Sciammeria da Chamberga (casacca)
Scuppetta da Escopeta (fucile)
Sparadrappo da Esparadrapo (cerotto)
Suonno da Sueno (sonno, sogno)
Tavuto da Ataud (bara)
Trezzià da Terciar (dividere in piccole parti. Nell’accezione napoletana, scoprire le carte da gioco a poco a poco)
Valanza da Balanza (bilancia)