Una Mostra gratuita al Maschio Angioino per raccontare i paesaggi ricchi di luce e di emozioni accompagna l’Estate culturale nella città partenopea. Fino al 1 ottobre 2019 nella splendida Cappella Palatina del Castel Nuovo si può visitare la mostra “La scuola di Posillipo: la luce di Napoli che conquistò il mondo”.
Questa mostra è curata da Isabella Valente con l’organizzazione Saverio Ammendola per Mediterranea, il Patrocinio del Dipartimento Studi di Napoli della Federico II e La Fenice di Luciano Molino. Essa rientra nell’ambito di Estate a Napoli 2019 quarantesima edizione.
Oltre sessanta opere pittoriche che provengo da raccolte private, un viaggio evolutivo di opere di grandi autori che ci accompagnano in un percorso che va dalle fine del XVIII secolo al decennio del XIX secolo con opere. Una pittura che cambia la visione del paesaggio in olio e tela, sia per tecnica in cui si adopera carta, grafite, china olio e supporti leggeri ma soprattutto en plein air, e quindi si cattura al meglio e dal vero la luce che si pone sull’immagine che viene catturata dal pennello.
Da qui, il ‘paesaggismo’ romantico diviene libera espressione dell’emozione, il vibrato e la macchia, che si appresta a fare la sua entrata in scena, sostituisce l’illuministica precisione del dettaglio. Nascono quindi la Scuola di Posillipo e successivamente la Scuola di Resina, che racconteranno in pittura un Grand Tour dei luoghi ameni e vitali di Napoli e provincia, del Golfo e delle cittadine quali Baia, Pozzuoli, Sorrento, Pompei, le isole e tanti altri meravigliosi scenari naturali.
Molte di queste scene si descrivono dai colori vivaci così pieni di luce da vibrare allo sguardo dell’osservatore, che si ritrova immerso in campi agresti, coste e marine, o in piena città durante un avvenimento storico sotto l’attenta emozione di grandi autori quali Palizzi, Giacinto Gigante, Fergola fino a Rossano, De Nittis, Fortuny.
Ma in questa mostra di opere inedite e private vi sono i grandi nomi internazionali che hanno lasciato la loro impronta sulla pittura napoletana e dipingendo e rientrando in questa corrente espressiva: il Gallese Thomas Jones e Cardif, i norvegesi Johan Christian Clausen Dahl e Thomas Fearnley, l’inglese William Collins, il belga France Vervloet, i francesi Carl Girardet e Jean Charles Joseph Rémond, ed infine il russo Silvester Scedrin e tanti altri.
Ma ad aprire la mostra colui che è considerato il portatore di questo rinnovamento, ovvero, il pittore olandese Anton Sminck Van Pitloo, che sussurra con le sue opere nelle arie marine e collinari che dipinge.
Un mero riscatto per una Napoli che in quegli anni soffriva dei cambiamenti politici, che si era trovata violentata e strappata quella corona di città italiana capitale di un Regno antico e che grazie a questa nuova vitalità artistica e rilettura pittorica ritorna a far splendere la sua bellezza di luce propria in tutte le Corti e i nuovi governi dell’Europa.