Un buon caffè al bar di questi tempi sarebbe gradito, ma presto torneremo a farlo. E chi almeno una volta non ha voluto prenderlo nel luogo del caffè per antonomasia a Napoli?
Tantissimi sono i clienti e i turisti che vanno al “Gran Caffè Gambrinus”, lo storico bar aperto dal 1860 in piazza Trieste e Trento.
in quel luogo che affacciando, in parte, su Piazza del Plebiscito è possibile ancora asocltare i pensieri di D’annunzio che trascrive in poesia, oppure dell’architetto Antonio Curri che si bea del lavoro riuscito nel costruirlo e nella decorazione degli interni.
e mentre si gusta una cioccolata o un sorbetto, nella sala al tavolo, circondati dall’arredamento in stile Liberty, che con i suoi stucchi, le statue e i quadri di fine Ottocento ci riporta indientro in un tempo passato della ‘bella epoca’… un’ombra si aggira tra noi.
Lì, in quelle sale dove Filippo Tommaso Marinetti intuiva sempre più il concetto e programma del Futurismo, lì dove l’imprenditore Vincenzo Apuzzo sorrideve di gioia quando vedeva l’andirivieni nel suo locale, dopo l’apertura nel 1860, dii pasticceri, gelatai e baristi.
Per non parlare del decreto, che espose da subito, come “Fornitore della Real Casa“.
Ma non è l’unico a divertirsi nel Gran Caffè Gambrinus… vi è una bambina che di nascosto senza farsi vedere ruba dolcetti, cioccolatini e torroncini dai piattini posti sotto le tazzine da caffè. Così mentre sei in compagnia a gustarti il tuo caffè, e ti delizi tra parole e sorsi, una manina bianca e gelida agguanta in fretta e silente il cadeau dolce e scappa via, e quando ignaro vai per prendere il cioccolatino, non trovi nulla.
Molti hanno dichiarato di averla vista sgaiattolare tra i tavoli, molti hanno pensato ad una lazzarella… ma la piccola è ben vestita… poi molti l’hanno vista scomparire dinnanzi ai loro occhi.
In tanti hanno dichiarato di aver visto il fantasma di una bambina passeggiare fra i tavoli del locale, tanto che, tutt’ora, sul sito ufficiale del Gambrinus si riporta il racconto di questi numerosi avvistamenti.
La piccola indossa abiti tipici del primo decennio del Novecento, periodo in cui si ebbero più “incontri” con lei ed il suo probabile decesso. Felice e sorridente saltella fra i tavoli in cerca di dolcetti da rubare a qualche distratto malcapitato.
Troopo goloso questo fantasmino? Questo ha fatto supporre ai malpensanti che il tanto famoso spiritellosia nato come un fantasioso modo per giustificare i furti di leccornie dai tavoli del locale.
In ogni caso, stando a quanto raccontato, la bimba avrebbe una predilezione per i torroni: motivo per cui è molto più facile incontrarla nel periodo che va da Ognissanti a Capodanno.
Chissà se a D’Annunzio quando stava scrivendo la poesia ‘A Vucchella, poi musicata poi da Tosti, su scommessa con il poeta e amico Ferdinando Russo, sia stato rubato il torroncino. chissà se Benedetto Croce, Matilde Serao e suo marito Eduardo Scarpetta, se il grande Totò coi De Filippo, oppure i turisti Ernest Hemingway, Oscar Wilde, Jean Paul Sartre sono incappati negli scherzi della piccola burlona e golosa fantasmina.
Ma cosa avrebbe scatenato se la piccola avesse rubato dalla tazza dell’imperatrice d’Austria Sissi nel suo viaggio a Napoli nel 1890?
Ma chi era questa bambina? Quando precisamente ha iniziato ad apparire? C’è qualche storia di cronaca nera che può aver dato origine alla leggenda?
Nulla di tutto questo. Gli enigmi sono destinati a rimanere irrisolti.
Certo è che nle caso in cui, quando tutto è finito, quando tutti saremo a prenderci il nostro caffè e sosterete al Grambrinus prendere un caffè, nello storico locale napoletano, può recarvi un brutto scherzo… soprattutto se avvisterete una bambina vestita in modo strano non spaventatevi, semmai o le offrite un dolcetto o fate finta di non vedere se lo ruba dalla vostra tazzina.