Quando è morto Gesù Cristo?
Una domanda che numerosi studiosi – astronomi, storici e biblisti – si sono posti nel corso dei secoli e che, forse, oggi può avere una risposta, grazie a una particolare analisi effettuata sugli scritti dei quattro evangelisti presenti nella Bibbia.
Basandosi sulle informazioni presenti nei vangeli sinottici, si sa che Gesù si spense di venerdì, durante le festività legate alla Pesach – la Pasqua degli Ebrei – il 15 Nisanh mentre, nel Vangelo di Giovanni la sua morte avvenne il giorno precedente alla preparazione alla Pasqua, il 14 Nisanh.
Proseguendo in tale direzione, si è cercato di scoprire, inoltre, l’ora della Crocifissione; nel Vangelo di Marco si parla delle nove di mattina, mentre, in quello di Giovanni, avvenne tre ore dopo, verso mezzogiorno o poco più.
Riguardo all’anno, attraverso complessi calcoli di tipo matematico e storico, si è partiti da quando Ponzio Pilato operava come procuratore della Giudea, tra il 26 e il 36 d.C., arrivando a un venerdì, nel quattordicesimo o quindicesimo giorno di Nisanh, mese lunare che può cadere tra marzo o aprile.
Dai controlli effettuati, si giunge a quattro probabili venerdì: un venerdì dell’anno 27 è da escludere perché Gesù non aveva ancora cominciato il suo pubblico ministero, mentre un venerdì dell’anno 34 appare tardivo, per via della probabile data di conversione di San Paolo; alla fine rimangono il 7 aprile del 30 e il 3 aprile del 33.
Tale datazione deriva dal fatto che, sette settimane dopo la Crocifissione, la luna apparve come insanguinata, nel giorno della Passione, alludendo a una eclissi di luna, in grado di “colorarla” di rosso; un fenomeno dovuto alla rifrazione dell’atmosfera terrestre, noto anche agli astronomi del tempo.
Ma, solo grazie all’accertamento che la fine di una eclissi lunare di tale tipo – al 60% – era stata visibile a Gerusalemme, la notte del 3 aprile dell’anno 33, che si è potuti arrivare a una data che dovrebbe essere quai certa.