Nel film “Jurassic Park” del 1993, diretto da Steven Spielberg, il miliardario John Hammond crea un parco divertimenti popolato da dinosauri, grazie ad un mix di scoperte, reali e fantascientifiche, nel campo della biologia.
Ovviamente, spinto dalla necessità di fare profitto, il proprietario del parco riempie quest’ultimo di pericolosissimi carnivori come t-rex e velociraptor (senza i quali sarebbe, forse, mancata l’atmosfera ricercata dai turisti). Questi, una volta fuggiti dalle gabbie, devastano “Jurassic Park” e ne divorano gli ospiti.
Chiunque abbia visto il film avrà tratto l’insegnamento secondo cui, per gli autori, non è il caso di riportare alla vita ciò che è ormai estinto; questo, però, non può dirsi del Professor George Church della Harvard Medical School, il quale ha già ottenuto i finanziamenti per riportare in vita i mammut.
Il mammut è una sorta di elefante delle nevi estintosi più di 4.000 anni fa per svariate cause (tra cui la caccia indiscriminata che ne facevano gli uomini primitivi).
Incredibilmente peloso e dotato di zanne molto lunghe, questo animale era uno dei più importanti erbivori del mondo durante le glaciazioni e tracce del suo passaggio sono state trovate dalla Spagna alla California.
Con la sua stazza imponente, il mammifero in questione era un componente fondamentale per l’ecosistema di aree simili a quelle della Siberia e del Canada attuali, contribuendo involontariamente alla manutenzione delle foreste.
Da anni, svariati team di scienziati cercano di rimediare all’errore fatto dai nostri antenati nel contribuire all’estinzione del mammut, ma i loro sforzi di si sono rivelati inutili, fino a quest’anno.
“Il progresso è la realizzazione delle Utopie” diceva Oscar Wilde, ed anche stavolta la sua frase ha trovato conferma.
Ciò che era fantascienza meno di trent’anni fa, diventerà presto realtà.
Grazie a scoperte colossali nello studio del Dna e dell’editing genetico, avvenute negli ultimi anni, il Professore sostiene di poter modificare 50 punti del codice genetico dell’elefante, stretto parente del mammut, per riportare alla vita il mammifero a lungo scomparso.
La tecnica ideata da questo team non parte dal Dna di un mammut vero e proprio (come nel film di Spielberg), ma da uno molto simile. In ogni caso, la scoperta di tracce ben conservate del codice genetico dell’animale si è rivelata fondamentale per il lavoro del dottor Church.
Nonostante molte aree abitate dal mammut non siano più fredde come un tempo, alcuni degli ultimi esemplari hanno incontrato comunque la propria fine in aree tuttora coperte dal “permafrost” (un tipo di suolo permanentemente ghiacciato tipico delle regioni artiche). Qui i poveri animali sono rimasti congelati nella terra per secoli, venendo poi ritrovati in uno stato di conservazione impressionante.
Solo grazie a questo fortunato ritrovamento, è possibile pensare di poter ricreare l’animale.
Ovviamente non tutti gli scienziati sono d’accordo con l’esperimento, alcuni ritengono che il tentativo sia eticamente sbagliato.
Ma, anche se molto spesso vincoli etici hanno limitato la ricerca scientifica, questa volta i ricercatori hanno già ottenuto il finanziamento; sarà la Storia, e non convinzioni a priori, a giudicare il loro operato.