18 settembre 1970: in una camera d’albergo a Londra, senza essere riuscito a compiere 28 anni, si spegneva Jimi Hendrix, leggendario autore di canzoni come “Little wing”, “Alla along the Watchtover” e di una miriade di altri brani diventati, con il passare del tempo, dei cult immortali.

Il suo mito, è legato alla sua potente e meravigliosa musica – che lo consacrò come leggenda del rock e chitarrista mancino – e alla sua morte, secondo alcuni per asfissia notturna o per una dose eccessiva di barbiturici, ingerita senza accorgersi della quantità di pillole ingoiate.

Per i complottisti, il fatto che finanziava il movimento delle Black Panther sarebbe stata la causa della sua prematura dipartita, provocata da J. Edgar Hoover; per altri morì a causa del fortissimo stress legato alle continue esibizioni dovute a un contratto capestro firmato molti anni prima.

Probabilmente, non si conoscerà mai come andò veramente quella notte e, come in tanti altri casi simili, si proseguirà con le ipotesi; quello che resta, dopo mezzo secolo, sono solo le canzoni di un grande artista, testimonianza ed eredità del suo smisurato genio.

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