Il team della Curtin’s School of Molecular and Life Sciences, in collaborazione con il Western Australian Museum, durante alcuni scavi in una regione dell’Australia dell’Ovest, si è imbattuto in un cuore che ha quasi quattrocento milioni di anni. Secondo la professoressa Kate Trinajstic, a capo della spedizione, l’organo sembra appartenere a un antichissimo e ormai estinto pesce corazzato, della famiglia degli Artrodiri. Tale classe di pesci visse durante il periodo Devoniano – una fase del Paleozoico – la cui struttura è molto simile agli squali moderni.

Normalmente, i tessuti molli delle specie antiche non riescono a “mantenersi in buone condizioni”: ma questo è uno di quei rarissimi casi in cui viene trovato qualcosa in una “perfetta conservazione tridimensionale”.  In particolare, quest’ultimo ritrovamento mostra come l’evoluzione – sia animale che umana – non sia a “piccoli passi graduali”, ma che è esistito un salto molto più ampio tra i vertebrati ancestrali” e quelli molto più evoluti.

FONTEtecnologia.libero.it
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