Dopo che le immagini di Ilaria Salis – trasportata in tribunale con manette a mani e piedi – hanno fatto il giro del mondo, la Farnesina si sta battendo affinché vengano messe in pratiche misure alternative al carcere. In precedenza Carmen Giorgio – suo ex compagno di cella – aveva riferito di letti pieni di cimici e di topi, come pure di maltrattamenti e uso di catene ad opera del servizio carcerario di Budapest. Mentre l’ambasciata italiana difende il proprio operato, il ministro degli Esteri Antonio Tajani valuta ciò che dovrà riferire in aula per tutelarsi da un’informativa. Intanto, la richiesta dei domiciliari in Italia per la Salis prosegue, tramite la “decisione quadro del 2009” – redatta dal Consiglio Europeo – sul reciproco riconoscimento delle ‘misure alternative alla detenzione cautelare, nel tentativo di riportare sana e salva una nostra connazionale.