Da tempo si discute di implementare, nel nostro Paese, una legge che permetta alla popolazione italiana di possedere armi da fuoco allo scopo di potersi difendere dalle aggressioni e dai furti da parte di criminali italiani e stranieri, che molto spesso si sono conclusi con il morto.
Ma siamo davvero sicuri che mettere pistole e fucili in mano agli italiani per potersi “proteggere da soli” possa risolvere il problema, invece di portarne altri, di natura addirittura peggiore?
Se i promotori di tale idea si rifanno al modello più noto, quello americano, allora dovrebbero studiare meglio la storia recente di una nazione dove il facile accesso alle armi ha portato a un numero sempre maggiore di stragi in vari luoghi (in primis le scuole, dove talvolta sono avvenuti gli episodi più cruenti e sanguinosi) da parte, in particolare, di individui di provata instabilità mentale, che sono riusciti a impossessarsi fin troppo facilmente delle armi, senza che i venditori si ponessero il problema di come sarebbero state usate.
Ciò che è veramente preoccupante è il fatto che, per coloro che “promuovono l’uso delle armi”, chi è costretto a sparare per legittima difesa non dovrebbe essere processato in alcun modo dal tribunale, senza neanche temere che, se qualcuno volesse commettere un omicidio e mascherarlo come “atto difensivo necessario”, la legge si troverebbe impotente nel tentare di portare avanti un’azione giudiziaria per arrestare e mandare in prigione costoro.
Infine, come possiamo sapere se, una volta in possesso di armi in maniera libera, negli italiani non finiscano per prevalere gli istinti più violenti e sanguinari, che porterebbero gli individui più pericolosi e sovversivi a veri e propri massacri che farebbero sembrare le “stese” di camorra una “cosa da niente”?
Prima di avventurarci in una strada lastricata di possibili corpi senza vita, di dolore e di morte, è meglio riflettere a lungo.
Il più a lungo possibile