Tale manufatto fu trovato 115 anni fa nel relitto affondato di una nave mercantile greca nei pressi dell’isola greca di Cerigotto, ed ha almeno 2000 anni. Si tratta di un oggetto in bronzo contenente un labirinto di ingranaggi interconnessi, ed è ritenuto il più antico calcolatore meccanico conosciuto, per altro inciso con oltre 2.000 caratteri di scrittura misteriosi, dei quali circa il 95% è stato successivamente decifrato. Inizialmente gli studiosi pensarono si trattasse di uno strumento utilizzato per scopi di navigazione e solo recentemente hanno capito che si tratta di un calendario astronomico molto elaborato.
Il 17 maggio 1902 l’archeologo Valerios Stais, esaminando i reperti recuperati dal relitto, notò che un blocco di pietra presentava un ingranaggio inglobato all’interno. Con un più approfondito esame si scoprì che quella che era sembrata inizialmente una pietra, era in realtà un meccanismo fortemente incrostato e corroso, di cui erano sopravvissute tre parti principali e decine di frammenti minori. Si trattava di un’intera serie di ruote dentate, ricoperte di iscrizioni, facenti parte di un elaborato meccanismo a orologeria.
La macchina originaria era delle dimensioni di circa 30 cm per 15 cm, dello spessore di un libro, montata in una cornice in legno. Il meccanismo è conservato nella collezione di bronzi del Museo archeologico nazionale di Atene, assieme alla sua ricostruzione. Sebbene gli esperti abbiano compreso l’uso di tale oggetto, ancora non si spiegano come sia stato realizzato, in quanto è talmente sofisticato da poter essere collocato almeno 1.000 anni dopo.
Fonte foto: Assunta Mango, it.wikipedia.org