A distanza di dodici anni, il Piano Nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari si prepara a ricevere un aggiornamento. Dopo i recenti conflitti in Ucraina, ci si prepara al peggio anche se, secondo le autorità, non sussiste alcuna reale emergenza nucleare, almeno per il momento.
Il programma stilato dovrebbe individuare e disciplinare quelle misure che sono necessarie a fronteggiare le conseguenze di potenziali incidenti in impianti nucleari siti al confine nazionale, sia in Europa che in paesi extraeuropei. Tra le principali misure previste la necessità di poter disporre di un riparo al chiuso, potendo restare all’interno delle abitazioni. Inoltre, sarà necessaria la dotazione di porte e di finestre serrate, insieme a sistemi di ventilazione o condizionamento spenti per brevi periodi di tempo, con un limite massimo posto a due giorni.
Dovrà essere disponibile il monitoraggio della contaminazione personale e appositi controlli della filiera produttiva. Sono previste anche potenziali restrizioni alla commercializzazione di prodotti agroalimentari con una limitazione all’importazione di beni e derrate alimentari, oltre a dover assicurare una fonte di iodio a tutta la popolazione. Secondo le autorità nazionali si tratta soltanto di una revisione del piano dato che, al momento, non esiste ancora alcuna emergenza concreta. Ma, a seguito dell’attacco russo alla centrale di Zaporizhzhia, è meglio agire con prudenza.