Il fiume Clitunno scorre parallelamente ad altri due corsi d’acqua, cioè il Marroggia e il Teverone.
Si denomina Meandro quando passa nei dintorni di Foligno. Viene costantemente alimentato dalle acque che sgorgano proprio ai piedi di un monte: il Campello.
In latino di denomina Clitumnus. Gli Umbri lo adoravano come un dio, il loro Giove (Giove Clitunno). In epoca romana il luogo era celebre per gli oracoli ed in suo onore al tempio delle Fonti si celebravano le feste Clitunnali. Nelle età repubblicana ed imperiale romana venne celebrato da poeti e storici per le sue singolari bellezze.
L’area delle fonti di trova proprio ai piedi del monte Brunette a circa 200 metri sul livello del mare. Le vene d’acqua da cui l’area è costituita si estendono tra il tempietto e Settecamini (località vicina).
Nel Clitunno abbondano le piante acquatiche, il muschio, ecc.
Colà si trovano anche numerosi pioppi cipressini, che hanno la proprietà di sopportare molto bene gli inquinamenti.
Il tempio del Clitunno viene più volte descritto da Plinio il Giovane, nipote di Plinio il Vecchio morto durante l’eruzione del Vesuvio a Pompei.
Plinio il Giovane precisa che all’interno del tempio in origine zampillava una polla d’acqua, con cui venivano lavati gli animali da sacrificare.
Il tempio, circondato da colonne e da iscrizioni, è quello di Giove Clitunno, ma non corrisponde con quello indicato da Plinio, né per la sua mole, né per la ubicazione. Esso fu trasformato in seguito in luogo di culto cristiano. Per la sua particolare architettura fregiata, secondo alcuni studiosi, non può essere quello originario, bensì uno di quei sacelli che esistevano nella zona. Essendoci più sorgenti d’acqua, ogni sorgente aveva un sacello autonomo.
Il tempietto fu più volte restaurato nel corso dei secoli.
Le attuali Fonti del Clitunno sono molto diverse da quelle descritte da Plinio il Giovane nel 1° secolo D.C. Dopo alcuni secoli, a seguito di un terremoto, il fiume, navigabile fino alle Fonti, venne ridimensionato.
Il luogo fu indicato da Virgilio e celebrato in epoca imperiale: pare che lo stesso Caligola si recava lì in occasione delle feste clitunnali, in onore del dio Clitunno.
È innegabile, dunque, la presenza romana sia in questo luogo che nel circondario: chi non conosce, infatti, l’antica città di Spoletum e la sua rocca a strapiombo sulla vallata, a poca distanza da Foligno e dalle Fonti del Clitunno. L’adorazione del dio Clitunno probabilmente era in voga anche nei tempi preromani.