“…e l’amore che si eleva a sentimento nelle belle anime, diventa impulsione bestiale nei cuori per corrotta natura perversi” (Prof. Luigi Miraglia – Parere frenologico)
Ed è questa la storia del Dottor Tortura, vale a dire del famigerato Killer che nell’arco della sua breve vita mieté tra le 150 e le 200 vittime, soprattutto donne, anche se solamente 27 ne furono accertate.
Herman Webster Mudgett, meglio conosciuto come H.H Holmes, è noto come il primo serial killer americano della storia. Le vicende che lo vedono coinvolto, sono legate alla Chicago’s Fair, ovvero la grande esposizione internazionale svoltasi alla fine del XIX secolo. In particolare, il suo misterioso Hotel/Castello pieno di camere segrete fu il luogo in cui gli orrori ebbero luogo.
Holmes ebbe un’infanzia difficile, con un padre violento ed una madre a lui totalmente sottomessa. Il rapporto distorto tra uomo e donna lo indusse ad utilizzare il fascino di cui era dotato, insieme alla grande capacità di influenza, per ridurre molte donne all’obbedienza e spesso a tramutarle addirittura in complici. Particolarmente portato per gli studi di anatomia, sarebbe potuto diventare un eccellente medico, ma si rivelò uno studente svogliato, nonché un grande truffatore, tanto che a 24 anni fu espulso dalla University of Michigan Medical School per trafugamento di cadavere e frode. Il giovane sfigurava i cadaveri che rubava nel laboratorio dell’università per farli poi passare come parenti deceduti al fine di intascarne le assicurazioni.
Nel 1886 si trasferì a Chicago, dove cambiò il nome in Holmes, prendendo nuovamente moglie. Dalla prima aveva avuto anche un figlio, ma dei due se ne perde ogni traccia. Fingendo una falsa laurea in medicina trovò lavoro in una farmacia, che presto rilevò dall’anziana proprietaria che non solo non ebbe mai un soldo per la cessione, ma che scomparve insieme alla figlia, anche se ufficialmente risultarono trasferite in California. Sbarazzatosi anche della seconda moglie, con gli introiti delle truffe legate ai portentosi medicamenti che produceva, e grazie all’aiuto di un altro truffatore Benjamin Pitezel, cominciò la costruzione di un edificio a tre piani. Al primo furono collocati eleganti negozi, compresa la farmacia, mentre il resto, divenne una trappola mortale per gli ospiti della grande esposizione di Chicago del 1892, inaugurata in occasione dei 400 anni dalla scoperta dell’America.
Stanze con passaggi segreti ed occhi magici, camere a gas, e persino un forno crematorio; era questo il cosiddetto Castello Holmes, dove lo spietato killer godeva nell’assistere all’agonia delle sue vittime, sulle quali conduceva sia da vive che da morte anche esperimenti; come ad esempio cercare di allungare le ossa. I cadaveri che non venivano gettati in cantina in una fossa piena di acido, o nel forno crematorio, erano scarnificati, così da poterne vendere gli scheletri all’università di medicina. Gli affari di Holmes crescevano, e così anche la necessità di avere un socio che lo aiutasse nella gestione, tanto da reclutarne uno attraverso un annuncio sul giornale. A questo rispose Ned Conner, della cui bellissima moglie trovò subito interessante la compagnia. La signora Conner dopo molti attacchi cedette al sedicente dottore, rimanendone incinta. L’uomo dietro la falsa promessa di divorziare dalla precedente moglie a patto che abortisse, si propose di eseguire personalmente l’aborto, e così, durante la vigilia di Natale del 1891 la narcotizzò e la uccise. Avvalendosi dell’aiuto di Charles M. Chappell, particolarmente abile nel rendere i cadaveri scheletri da esposizione, fece finire quello della Conner all’Hahnemann Medical College.
Seguirono una serie di scomparse e di efferati omicidi. Così accadde per una giovane stenografa, Emeline Cigrand, che il suo aiutante Pitezel aveva conosciuto nel sanatorio per alcolizzati presso cui si recava. La ragazza fu presentata ad Holmes, che subito se ne invaghì. Questi la conquistò con gioielli e promesse tra cui quella di sposarla. Tra i due ci fu uno scambio di lettere in cui le chiedeva di chiamarlo Robert E. Phelps, e fu così che nessuno la cercò al castello, dove morì soffocata in una camera blindata mentre il suo amante si masturbava nell’ascoltarla urlare ed esalare gli ultimi respiri. Anche il suo scheletro fu venduto, e questa volta alla La Salle Medical School. Presto fu il turno di una diciassettenne, e sorte migliore non toccò neanche ad una dipendente del Castello, che da una relazione clandestina aveva avuto una figlia con un collega. La donna fu uccisa in una delle camere a gas insieme alla sorella ed alla piccola, il cui scheletro rese estremamente felici alcuni medici per il raro acquisto. Tante furono le donne che Holmes sedusse, ed altrettante ne convinse a stipulare una polizza assicurativa di $5000 a suo nome. Dalla morte delle poverine ricavava non solo il premio assicurativo, ma spesso anche il denaro per la vendita dei loro scheletri.
Non fu mai determinato il numero esatto delle vittime di questo spietato omicida, che per quanto amasse uccidere le donne non risparmiava neanche i ricchi ospiti maschi del suo castello. Ottimo e taciturno complice fu il forno crematorio che nascondeva al suo interno. Ma l’albergo costava più di quanto fruttassero gli illeciti affari, e continuando sulla scia delle conquiste, riuscì a fare innamorare una bella turista che sposò, proprio mentre i creditori cominciarono a braccarlo. La situazione precipitò e costretto ad una fuga d’amore, incaricò il suo fedele dipendente Pitezel di incendiare l’edificio assicurato per $25000. Un abile investigatore però, provò che si era trattato di un incendio doloso, e così, Holmes fu arrestato a Saint Louis mentre cercava di perpetrare un’ennesima truffa. L’astuzia e l’abilità di quest’uomo erano incalcolabili, tanto che in prigione si confidò con un pericoloso detenuto, che in cambio di 500 dollari gli procurò un avvocato che avrebbe potuto aiutarlo nella successiva frode ai danni di una assicurazione di Philadelphia. Uscito di galera però, il killer cambiò idea, e ricordando l’assicurazione stipulata a nome del suo complice Pitezel, una sera, dopo averlo fatto ubriacare lo uccise, per poi sfigurarlo al fine di intascare il premio assicurativo. L’avveduta moglie però, sebbene ricordasse l’accordo tra il marito ed il suo datore di lavoro, vale a dire il fingersi morto per intascare l’assicurazione, non si fidò di lui, ma nonostante ciò, permise alla figlia quindicenne di identificare il corpo del padre, e dopo aver ricevuto $500 lasciò in custodia i tre figli ad Holmes, che scomparve con i ragazzi.
Prima che però riuscisse ad imbarcarsi per l’Europa con la nuova moglie, fu arrestato a Boston, e Carrie, la moglie del defunto Pitezel, dopo aver appreso che i figli erano stati asfissiati con il gas, decise di vuotare il sacco, e raccontò tutto ciò che sapeva sul conto del dottore, ed altrettanto fece la nuova moglie. Le indagini chiaramente portarono a scavare tra le macerie del castello, dove furono rinvenuti almeno 150 cadaveri, mentre Holmes al suo avvocato ne aveva confessati 133.
Processato nell’autunno del 1895, l’uomo venne condannato a morte per 27 omicidi, e fu impiccato il 7 maggio 1896. Prima di morire però, riuscì non solo a vendere alla William Randolph Hearst Corporation la sua storia per $10000, ma ordinò all’avvocato di far riempire la sua barra di cemento per il timore che il suo cadavere venisse trafugato. Anche questa volta, Holmes precedette tutti, infatti, il Wistar Institute di Philadelphia fece un’offerta di $5000 al fine di poterne studiare il cervello, ma l’avvocato dell’omicida respinse la richiesta.
Qualche anno dopo il Castello degli Orrori fu definitivamente distrutto da un nuovo incendio, e così, finì per sempre la storia del Dottor Tortura.