Quando si parla di nuovi spazi verdi, una delle più grandi difficoltà è trovare uno spazio adeguato ad ospitarli.
Molte delle città più popolose sono infatti venute su senza un piano regolatore e la loro struttura non permette, spesso, l’accesso ai più banali servizi; figuriamoci la possibilità di creare parchi e boschi cittadini.
Una serie di soluzioni interessanti sono state trovate ad Arnhem, nei Paesi Bassi.
La città capoluogo della Gheldria, con il sostegno attivo dei suoi 150.000 abitanti, ha intrapreso un percorso che dovrebbe portarla a divenire “climate-proof” (“a prova di clima”, quindi resistente agli sconvolgimenti climatici) entro il 2050.
Ben 1/4 del territorio dei Paesi Bassi si trova sotto il livello del mare e, come se non bastasse, la città si trova lungo il corso del Reno, il fiume più grande in Europa occidentale.
Questi due fattori sono terribili minacce per il quieto vivere dei cittadini, che hanno già dovuto affrontare una tremenda inondazione nel 2014 e un’imponente ondata di calore, con successiva siccità, nel 2019.
Per affrontare la disastrosa situazione è stato approntato un piano decennale, che, come riporta il vicesindaco Cathelijne Bowkamp, è stato integrato da un piano di azione diretta della durata di 3 anni.
Per ora una depressione lungo il fiume è stata riconvertita in un bacino in grado di accogliere eventuali piene. Ciò, però, senza costruire inutili strutture in cemento: in caso non si attendano piogge estreme (quindi quasi sempre) la spianata sarà libera dall’acqua e utilizzabile come parco dai cittadini.
Ma la più interessante delle azioni in programma è quella che riguarda le strade, il 10% delle quali sarà demolita per lasciare spazio ad alberi e aiuole. Ciò permetterà di far diminuire le temperature massime e allo stesso tempo aumenterà la quantità di acqua piovana assorbita dal suolo (che nel piano decennale si punta a portare al 90%).
Il progetto è ambizioso, ma le indagini sull’utilizzo delle strade dimostrano che un tale calo delle superfici asfaltate non dovrebbe portare danni alla circolazione, ma solo benefici per la popolazione.
Certo non si tratta di qualcosa di rivoluzionario, ma sono idee interessanti come queste che portano avanti la discussione sul verde cittadino e sulla sua fruizione.