Sei anni fa, dopo le dimissioni shock di Benedetto XVI, la Chiesa Cattolica fu chiamata ad eleggere il 266° Papa.
Il Conclave riunitosi a Roma, dopo il quinto scrutinio, affidò questo duro incarico dell’argentino Jorge Mario Bergoglio, vescovo di Buenos Aires.
La sua elezione fu una scelta ben precisa per portare avanti la dura strada delle riforme interne alla Chiesa iniziate da Benedetto XVI. Per farlo c’era bisogno di un uomo forte , lontano dai giochi dei palazzi romani e con una forte vocazione pastorale e mistica.
Dopo Gregorio III la Chiesa ebbe a suo capo un Papa extraeuropeo, che come primo segno prese il nome del Santo di Assisi, si fece benedire dalla folle riunitasi a San Pietro e per poi abbandonare lo sfarzoso Palazzo Apostolico per il la residenza più morigerata in Santa Marta.
Inizia così il pontificato di Papa Francesco.
Un pontificato che ha portato avanti uno slogan molto forte : Misericordia. Una parola che da fastidio, perché permette ai figliol prodighi di ritornare al padre, creando molte invidie.
Dopo il Giubileo della misericordia, il Papa seppur abbandonando gli ultimi segni del potere temporale dei pontefici(le scarpe rosse) si delinea come il più grande leader politico mondiale. Mentre la politica si getta nelle reti del populismo, lui guarda con sincerità il popolo di Dio. Scrive la Laudato sii, proponendo un modello economico sociale che vede nella difesa del creato di Dio , l’armonia per i 7 miliardi di essere umani che popolano la terra.
Incontra i più grandi leader mondiali è denuncia la tratta dei migranti, le morti innocenti nel Mediterraneo e condanna le chiusure delle frontiere dettate dalla paura.
Porta la pace in Colombia dove guida il processo di pacificazione delle Farc. Con la Cina comunista riesce a formare un trattato ponendo fine alla separazione tra i cattolici nascosti e quelli della Chiesa nazionale cinese.
Infine , pone le basi per il dialogo con il mondo musulmano, incontrando a Abu Dhabi il Grande Imam di al-Ahzar. qui è tsato firmato uno straordinario «Documento sulla fratellanza umana», che garantirà ai cristiani residenti negli emirati arabi di poter vivere la propria religione pubblicamente.
Francesco è riuscito così a fare quello che 800 anni prima tentò di fare il Santo di Assisi. Porre le basi per il dialogo, la pace è la fraternità.
Francesco non ha solo guardato al mondo esterno ma si è anche impegnato ad riformare la Chiesa e la sua pastorale. Per farlo ha deciso i utilizzare lo strumento collegiale dei sinodi.
In sei anni sono stati celebrati tre sinodi (su famiglia e sui giovani), un incontro sinodale (sulla protezione dei minori) e si prepara il sinodo sull’Amazzonia, che avrà un valore universale.
Infine, proprio in questo momento per il Papa si sta aprendo la sfida più difficile, quella sulla lotta alla pedofilia.
Dopo ben 1700 anni la Chiesa ha deciso di mettere fine alla copertura di questi abusi sessuali che vengono perpetrati contro bambini innocenti.
La Chiesa dovrà avere più attenzione nel formare i propri consacrati, facendo attenzione a non accettare persone che vogliono coprire dietro alla propria vocazione i propri disturbi sessuali (pedofilia in primis).
Papa Francesco ha ancora da dare a questo mondo , e gli auguriamo il meglio.