Il ricercatore francese Pascal Cotte, con la collaborazione del collega Lionel Simonot, ha reso nota un’importante scoperta sulla Gioconda, i cui risultati sono stati pubblicati sul “Journal of Cultural Heritage “.
Il noto dipinto a olio, realizzato da Leonardo da Vinci tra il 1503-1504, è noto per essere rimasto incompiuto – elemento cosa che contribuisce a infondere all’opera un alone di mistero che da secoli la caratterizza – e per le tecniche con cui è stato realizzato dal grande maestro del rinascimento.
Grazie ad uno studio sperimentale high tech e a 1.650 fotografie scattate sul dipinto utilizzando una fotocamera multispettrale ad alta risoluzione Lumiere Technology, si è potuto individuare un bozzetto preparatorio che Leonardo ha sviluppato prima di dipingere Monna Lisa.
Con l’utilizzo di immagini basate su un sistema ad infrarossi – che è stato capace di rivelare la luce riflessa su 13 differenti lunghezze d’onda – sono state individuate le prove dell’esistenza di un disegno a carboncino nascosto sotto il dipinto.
L’ipotesi maggiormente emersa dagli “esami” è quella che Leonardo possa aver usato la tecnica detta “dello spolvero” – ossia quella che dà la possibilità di trasferire sulla tavola uno schizzo realizzato su cartone dopo aver praticato dei fori lungo il contorno dell’immagine e averla “spolverizzata” con del carbone – le cui tracce sono state trovate sotto l’attaccatura dei capelli di Monna Lisa e sul bordo della sua mano destra.
“Queste scoperte accrescono il mistero della creazione della Gioconda e ci fanno comprendere che si tratta di un ‘atto creativo’ molto lungo, che avvenne in più fasi”.
Così ha dichiarato il professor Cotte, che ora spera di ritrovare il presunto disegno su carta della Gioconda, servito a Leonardo per creare più versioni del suo dipinto più noto e famoso, di cui si ipotizza l’esistenza di altre copie “differenti”.