Chi di noi non ha mai avuto a che fare con gli inciuci e i pettegolezzi e con le conseguenze che essi arrecano in termini di onorabilità e di credibilità delle persone che ne risultano vittime.
Da che mondo e mondo il pettegolezzo e l’inciucio hanno sempre caratterizzato l’essere umano, specialmente quando questo non riesce a raggiungere un determinato scopo per altra via, oppure più semplicemente per divertimento o per vendetta per qualche presunto improbabile torto subito.
Nel diritto per una azione giudiziaria sono necessari essenzialmente due soggetti, l’attore e il convenuto.
Nel pettegolezzo ce ne vogliono almeno tre, un ipocrita, che crea a bella posta il pettegolezzo, affinché il soggetto pettegolo lo diffonda e l’ingenuo che ci crede.
Non ci sono molti antidoti per annullare i pettegolezzi. L’unico antidoto vero per annullarli è l’intelligenza. Infatti le persone non ingenue, ma intelligenti, devono sempre avere prove per qualunque cosa e sanno bene che devono solo appoggiare quei pettegolezzi che fanno loro comodo.
Le persone intelligenti in genere ricercano una sfida intellettuale e, nel caso in cui qualcuno usa il pettegolezzo, solo per farsi bello, amano sbugiardarlo, mettendolo con le spalle al muro.
Al contrario delle persone pettegole, quelle intelligenti amano sempre uscire alla luce del sole ed è proprio per questo che la diffusione del pettegolezzo ad altre persone scompare del tutto.
Del resto della diceria e della fama parlano anche illustri scrittori del passato, come Virgilio e Ovidio.
La diceria ha dato lo spunto per passi notevoli della letteratura latina, partendo da Virgilio. Per esempio, nel 4° libro dell’Eneide, non appena Didone ed Enea hanno consumato il loro amore in una grotta, la “mostruosa Fama”, personificazione della diceria, si manifesta in modo evidente ed inizia a raccontare in modo distorto la relazione amorosa. Secondo la descrizione di Virgilio “dotata di numerosi occhi, lingue ed orecchie, Fama incarna il potere che ha la parola umana di propagarsi e plasmare una versione della realtà”.
È chiarissimo il messaggio di Virgilio nell’Eneide ed è tremendamente attuale.
Ne parla anche Ovidio nel 12° libro della “Metamorfosi”, ove il poeta descrive la dimora della Fama. È molto semplice il meccanismo del pettegolezzo, ma è anche molto semplice il modo per annullarlo definitivamente, ancor prima che si diffonda in modo esponenziale e che arrechi danni più che altro alla dignità e alla onorabilità delle persone che ne rimangono vittime.