I panorami dimenticati della Sicilia sud-orientale, caratterizzati dalla natura selvaggia battuta dal vento, da spiagge di sabbia fine e dorata, da case bianche sul mare, da monumenti e città barocche cariche di storia, sono i luoghi del Commissario Montalbano, serie televisiva tratta dai romanzi di Andrea Camilleri e interpretata dall’attore Luca Zingaretti che, dal 1999, riscuote un grande successo di pubblico.
È qui, nel cuore della Trinacria, che Salvo Montalbano, commissario di polizia dall’intuito fuori dal comune, risolve in modo inusuale intricati casi nella cittadina immaginaria di Vigata, in provincia di Montelusa, anch’essa frutto della fantasia dello scrittore.
I nomi dei luoghi della Sicilia narrata nei romanzi e, poi, descritti dalla fiction sono, quindi, di fantasia, ma le location sono assolutamente reali.
Vigata e Montelusa corrispondono a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento e città natale di Camilleri.
La casa di Salvo Montalbano, ambientata nell’immaginaria Marinella, si trova a Punta Secca, nel borgo di pescatori di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, al Corso Aldo Moro 44. La casa – nella realtà, un B&B – con la famosa terrazza affacciata sulla spiaggia dove Montalbano ha la consuetudine di percorrere diretto alla sua classica nuotata mattutina. Sul lungomare di questo borgo si trova il ristorante Da Enzo, dove Montalbano è solito gustare le specialità marinare del giorno sul terrazzino esterno.
Il lungomare di Donnalucata, diventa il molo di Marinella, dove il Commissario fa lunghe passeggiate da solo oppure con i personaggi protagonisti delle varie puntate.
Bisogna fare qualche chilometro nell’entroterra per arrivare a Scicli, Modica, Ragusa Ibla e Noto – magnifiche città barocche – che fanno da sfondo alle ambientazioni più celebri della fiction.
A Scicli, lungo via M. Penne, troviamo il maestoso edificio dov’è ubicato il municipio cittadino (Palazzo Spadaro, Sec. XVII – XVIII) e dove, al piano terra, c’è il set del Commissariato di Vigata dove sono girate le scene più famose con i dialoghi – spesso esilaranti – di Montalbano con i suoi collaboratori Fazio e Mimì Augello (impenitente “fimminaro”) e dove fa il suo rumoroso ingresso, sbattendo ogni volta contro la porta dell’ufficio del Commissario, il devoto Catarella, il quale puntualmente recita: «Mi scusasse, dottori, la mano mi scappò». Famosissima, poi, è la scena dove il Commissario arriva davanti al Palazzo con la sua celebre Fiat Tipo.
Invece, al primo piano del palazzo comunale, nell’ufficio del Sindaco, è ambientata la stanza del Questore di Montelusa, dove Montalbano viene spesso convocato per subire delle sonore ramanzine dal Questore a causa dei suoi modi poco ortodossi nel condurre le indagini.
Modica, con la Cattedrale di San Giorgio (una delle chiese barocche più famose, posta in cima ad una suggestiva scalinata di 260 gradini, è il simbolo cittadino), fa da sfondo alle scene che vedono Montalbano che attende l’amata Livia che scende dalla corriera quando arriva da Boccadasse (cittadina immaginaria in provincia di Genova).
Ragusa Ibla compare in diverse puntate del Commissario Montalbano con la sua Piazza Duomo (sulla quale svetta altissimo il Duomo di San Giorgio, una delle opere più suggestive del Barocco Siciliano). Infatti, è in questa piazza che spesso il Commissario si concede un caffè all’aperto con i colleghi, mentre gli elegantissimi interni del Circolo di Conversazione sono il luogo dove il burbero dottor Pasquano (che, tra un’autopsia e l’altra, divorava “guantiere di cannoli” e non vuole “essere rotti i cabassisi”) si ritrova a giocare a poker con i suoi amici, puntualmente disturbato dalle richieste di Montalbano.
L’attore che interpretava il dottor Pasquano, Marcello Perracchio, è scomparso nel 2017 e, nell’episodio “Un diario del ‘43”, viene salutato degli amici di Vigata con un “funerale cinematografico” perché sarebbe stato impossibile sostituirlo.
Qui troviamo anche il Giardino Ibleo (costruito nel 1858 per iniziativa di alcuni nobili locali e di buona parte del popolo che lavorò gratuitamente per la realizzazione dell’opera) che spesso fa da sfondo alle passeggiate di Montalbano. Infine, a Ragusa Ibla troviamo La Trattoria da Calogero (che esiste davvero e si chiama La Rusticana), luogo amatissimo dal Commissario, dove è solito gustare prelibatezze marinare nei primi episodi della serie.
A Noto, nel Convento di San Tommaso, edificato nel 1720, viene ambientato il carcere di Vigata, luogo frequentato molto spesso dal Commissario, ma i palazzi della splendida cittadina fanno da sfondo a molti episodi della serie.
Tra Sampieri e Marina di Modica, poi, si trova uno dei luoghi simbolo della fiction televisiva. Nello sceneggiato, è definita come la tonnara di Mannara, ma in realtà si tratta di una vecchia fornace (la Fornace Penna che, a inizio ‘900, era usata per la fabbricazione di mattoni, poi, distrutta da un incendio). Una testimonianza, nella sua incantevole fatiscenza, di un passato non troppo antico.
Percorrendo un breve tragitto che si circonda di ulivi, carrubi e muretti a secco, tipico della campagna ragusana, infine, si giunge al Castello di Donnafugata (dimora nobiliare del tardo ‘800) che nella fiction diventa la dimora del boss Don Balduccio Sinagra e dove Salvo Montalbano si reca per conferire con lui sul maestoso terrazzo frontale o nelle sue sontuose sale interne.
Una curiosità: il Castello di Donnafugata ha ospitato il banchetto di nozze di Luca Zingaretti con Luisa Ranieri.
Questo è l’itinerario dei luoghi più famosi della fiction, ma la scrivente, da accanita lettrice qual’é, seppur battendo, in lungo e in largo, gli stessi luoghi, ha avuto l’immenso privilegio di dare forma ai fantasiosi posti raccontati nei romanzi del Camilleri e – vi assicuro – è un’esperienza unica ed emozionante. Dalla penna di questo strepitoso autore è nato un personaggio solitario e brillante, a volte incompreso, ma sempre amato, che con le sue ormai celebri espressioni «Montalbano sono!», «vuoi babbiare?», «e che camurrìa», «non mi scassasse i cabasisi» diventa un vero e proprio compagno di viaggio in questo tour che oserei definire magico.
Visitare questi territori – un concentrato di colori, sapori e tradizioni tipiche della Sicilia – però, accontenta non solo i fan di Montalbano, ma anche gli amanti del mare, della natura e della buona cucina, senza dimenticare quelli dell’arte e della cultura.
Si tratta di territori carichi di fascino e storia che meritano di essere visitati e vissuti almeno una volta nella vita.
Buon viaggio! E se non vi è possibile partire fisicamente, fatelo con la fantasia….