La Levi Strauss & Co., tra le maggiori aziende al mondo di abbigliamento, e famosa per i suoi leggendari jeans, ha annunciato l’inizio della sua quotazione a Wall Street, con un prezzo tra i 14 e 16 dollari per azione.
La famiglia Haas, attuale azionista della compagnia, prevede di vendere in larga parte i titoli in loro possesso che, stando al Financial Times e ai documenti della Sec, dovrebbero portare a un guadagno la cui oscillazione si aggira tra i 5,5 e i 6,20 miliardi di dollari.
I primi incassi previsti, con l’inizio dell’offerta pubblica – con la quale si prevede di vendere almeno 37 milioni di azioni – si dovrebbe aggirare, secondo i pronostici degli analisti, intorno ai 600 milioni di dollari lordi.
Già in precedenza, per un periodo di 14 anni che va dal 1971 al 1985, la società legata ai jeans Levi’s era presente nelle quotazioni della borsa, prima di venire eliminata dalle liste dei titoli attivi di Wall Street.
Nel suo tentativo di “sfida alla borsa”, la Levi Strauss & Co. Parte con i ricavi del 2018, che ammontano a 5,5 miliardi, insieme a una crescita del 14%, un utile netto di 283 milioni e un debito di fine periodo che si aggira sui 1,05 miliardi.
La nascita dei Levi’s si deve a due persone, Levi Strauss e il suo socio, Jacob Davis, un sarto del Nevada, con il quale, nel 1873, si mette in società, brevettando dei pantaloni da lavoro per i pionieri del vecchio West, con l’accorgimento di tasche rinforzate nei punti soggetti a tensione e usura.
Il brevetto di quello che verrà, in futuro, chiamato jeans 501, viene depositato il 20 maggio di quello stesso anno, entrando nella leggenda grazie alle numerose generazioni che lo hanno indossato, strappato, riparato, abbinato e personalizzato.
Ha inizio un nuovo capitolo per uno dei brand di abbigliamento più conosciuti al mondo; solo il tempo – e le quotazioni – sapranno dire se l’esito finale sarà un successo, o un azzardo alquanto costoso.