Anche quest’anno siamo giunti al 31 Ottobre: Halloween.
Nonostante non si tratti di una festività a noi cara, anche noi Italiani amiamo farci trascinare dal clima di mistero ed occulto che questo giorno porta con sè, guardando un film dell’orrore ad esempio o leggendo storie di fantasmi.
Oggi però non vi parlerò di uno spettro ma di una figura mitologica da cui ho tratto ispirazione per realizzare un make-up decisamente “spooky”: Aracne, il cui mito viene narrato nel VI libro delle Metamorfosi, di Ovidio.
Si dice che ci fu una sola volta in cui la dea Atena agì mossa dall’invidia e che fu proprio in occasione delle vicende che vi sto per raccontare.
Aracne viveva in Lidia, era la figlia di un tintore ed era un’abilissima tessitrice, brava a tal punto che girava voce avesse imparato dalla dea Atena in persona.
Ma la fanciulla era così sicura di sé che sosteneva che fosse stata la dea, piuttosto, ad apprendere l’arte della tessitura da lei ed addirittura decise di sfidarla in una gara pubblica.
Al cospetto di Aracne, si presentò un’anziana signora che tentò di convincerla a tornare sui suoi passi per evitare di adirare gli dei. La ragazza, però, nel pieno della sua superbia, non si accontentava di essere la migliore tessitrice tra i mortali e quindi decise di non ritirare la sfida ma, anzi, disse che probabilmente la divinità non voleva gareggiare contro di lei perché non ne aveva il coraggio.
A quel punto, la vecchietta si rivelò: era Atena che, ormai furibonda, accettò la sfida.
La gara iniziò.
Atena realizzò una tela autocelebrativa che raffigurava le sue opere ed i suoi poteri divini. Aracne, invece, rappresentò in maniera ironica gli amori degli dei con i loro inganni e le loro astuzie.
Quando le due ebbero finito e le tele furono posizionate una di fronte all’altra, fu subito palese che entrambe le opere fossero state rappresentate con una maestria fuori dal comune ma la stessa Atena dovette ammettere che il lavoro di Aracne era superiore al suo.
La dea, allora, presa dalla rabbia per la sconfitta e per l’affronto subito, distrusse la tela della rivale ed aggredì la ragazza, colpendola con la sua spola.
Aracne cercò di sfuggire all’ira della dea ma quando si rese conto che non c’era più nulla da fare cercò di impiccarsi con il filo da tessitura.
Atena, a quel punto, ebbe quasi pietà della fanciulla e decise di risparmiarne la vita ma di punirla ugualmente trasformandola in un ragno e condannandola così ad una vita spesa a tessere e filare.
Si tratta quindi di una storia di gelosie, di vanti, di sentimenti negativi e dai risvolti oscuri. Ma quale sarà il messaggio che questo mito vuole trasmetterci?
Di certo, per quanto mi riguarda, è stata fonte di ispirazione. Ho immaginato Aracne in un mondo parallelo dove non è ella stessa un ragno ma invoca l’aiuto degli aracnidi per salvarsi la vita.
Ed eccomi trasformata, giusto in tempo per la notte di Halloween!