Esiste ad Hong Kong, un edificio storico sito al 55 Ship Street, di proprietà della Hopewell Holdings, una grande società di sviluppo immobiliare, che è conosciuta per le storie di fantasmi che si suppone la infestino. L’edificio è chiamato la Nam Koo Terrace, o meglio “The Wan Chai Haunted House“, che in origine era del famoso uomo d’affari To Chun-man di Shanghai, che lasciò la villa nelle fasi iniziali dell’occupazione giapponese, morendovi poco dopo il suo ritorno. Successivamente fu utilizzata come bordello militare, e si racconta che le donne venivano prima violentate, per poi essere torturate e decapitate e poi come casa di conforto per i soldati giapponesi dal 1941 al 1945. Solo nel 1988 venne acquistata, prima dalla Yuba Co. Ltd. e poi, nel 1993, dalla Hopewell Holdings, che la demolì per farci un lussuoso hotel, ma ancora oggi l’edificio rimane abbandonato.
Oggi è un sito di notevole patrimonio culturale e architettonico dell’era coloniale di Hong Kong, che si compone di una dimora a due piani che incorpora elementi di stili architettonici orientali e occidentali. Nam Koo Terrace si estende per 200 mq di terreno, e viene anche chiamata anche “casa rossa” per i suoi mattoni rossi. A renderla però famosa è la ‘voce popolare’ che sia infestata dagli spiriti delle donne imprigionate e uccise dai soldati giapponesi durante la guerra. Molti testimoni hanno udito urla provenire dalle sue stanze e di aver visto luci molto strane e inquietanti.
Nel 2003, nel tentativo di scoprire se l’edificio fosse davvero infestato dai fantasmi, un piccolo gruppo di ragazze decise di trascorrervi una notte rilevando nella notte diversi eventi paranormali, udendo rumori sinistri e voci nella casa; inoltre, una delle ragazze ebbe un crollo psichico, e parlò con una voce non sua. Tutte furono poi ricoverate e ricevettero cure psichiatriche. Altri avvistamenti sono state delle “fiamme spettrali” nella villa e, nel corso degli anni sono stati ritrovati oltre una trentina di cadaveri. Alcuni hanno assistito a visioni spaventose, nelle quali sono raffigurate delle donne insanguinate e decapitate, e molti di questi sventurati si sono poi suicidati nella casa.