40 anni fa, il giorno 11 Luglio, l’avvocato Giorgio Ambrosoli veniva ucciso dal mafioso italoamericano William J. Aricò, che si sarebbe scoperto assoldato dal duo Michele Sindona e Robert Venetucci, per evitare le verità da lui scoperte.
In quanto commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, era riuscito, con un lavoro preciso e attento ai particolari, a ricostruire le mosse finanziarie di Sindona, partendo dalla Finabank di Ginevra, alla Fasco di Vaduz e alla Herstatt di Colonia, dalla Bankhaus Wolf di Amburgo alla Franklin International Bank in America.
Fu l’aver scoperto la situazione disperata della banca, che si rivelò un gigante dai piedi d’argilla fatto di scatole vuote, profitti facili e illegali e paradisi fiscali nascosti a decretare la sua fine prematura per il solo fatto di aver compiuto il proprio dovere.
Ricordare uomini come lui è doveroso, e deve servire a mantenere viva la speranza di un futuro migliore.