Lo chef Umbro Gianfranco Vissani, la cui popolarità è arrivata negli anni ’90 vista la partecipazione a diverse trasmissioni della Rai tra cui Unomattina, Domenica In e Linea Verde, ha raccontato se stesso ospite della trasmissione Un giorno da pecora di Radio 1.
Nel programma condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, ha subito sottolineato che per fare il cuoco non è importante avere un aspetto fisico adatto alla parte che si interpreta, e che lui non fa distinzione tra magro o grasso. Spiegando nel dettaglio il regime alimentare ferreo a cui si sottopone, ha ricordato di aver perso ben 36 kg, passando dai 166 agli attuali 130. “Mangio due uova sode, carne, l’importante è non usare olio e sale. I carboidrati? Per un periodo sono banditi. Ho cominciato ad ingrassare da quando avevo smesso, fumavo 80 Marlboro al giorno, ma ho smesso da 5 anni e sto benissimo. Il mio obiettivo è arrivare al mio peso forma ideale: 90 kg.”
Vissani, che è ben noto per non amare la cucina vegetariana, ha quindi introdotto il suo menù di Pasqua. Qui la confessione che ha lasciato l’amaro in bocca agli ascoltatori: “Per Pasqua ho ordinato 12 capretti e 20 agnelli. A noi piace molto la coratella… Io prendo gli agnelli più piccoli perché sono più saporiti. Se mi dispiace uccidere gli agnelli? No, perché mio padre li uccideva a mani nude. E li ho uccisi anche io. È come il pollo o il coniglio. Bisogna utilizzare sempre un piccolo coltello che possa arrivare al cuore per fare uscire più sangue possibile, con un colpo secco, in modo che la carne rimanga bianca.”
A questo punto non poteva mancare la domanda sul fatto che si tratti di una pratica cruenta e dunque se tutto questo, in una qualche maniera, lo impressionasse. Risolutamente ha risposto:“No, non mi fa impressione. Se mi sento “un po’ assassino”? No, per la miseria, assolutamente no.”