Come mai durante una discussione alziamo il tono della voce? Esistono molte spiegazioni, sia scientifiche che psicologiche, ma la risposta più esaustiva ce la fornisce Gandhi, celebre profeta della non-violenza, che spiega quali motivi scatenano le urla.
Il primo motivo per cui perdiamo la calma e iniziamo ad urlare è per via della rabbia, un sentimento che si genera durante lo scambio di opinioni discordanti, sfociando nell’incomprensione e nell’offesa. Il tentare di difendere la propria posizione e lo scontro di tesi contrapposte porta a perdere le staffe, e la mancanza di controllo e la perdita di lucidità, tramutano il dialogo in alterco, data la convinzione che quanto più si alza la voce, tanto più si ha l’impressione di far valere le proprie ragioni. Erroneamente le persone credono che urlare sia l’unico modo per essere ascoltati, ma, per il pensiero di Gandhi, fare ciò separa e non unisce e, attraverso una sua massima spirituale, individua nell’urlare intolleranza e incapacità di sopportare e condividere, allontanando i cuori. Quando le persone discutono animatamente, provocano l’allontanamento dei cuori, la perdita della flessibilità e dell’apertura mentale, e rendono la distanza tale da non poter essere ricoperta. Se durante i litigi vengono poi usate parole “terribili”, ciò disperde la strada della comprensione e del rispetto reciproco.
Gridare per essere ascoltati non porta a nulla; il pensiero di Gandhi non fa che confermare questa teoria, rendendo importante la necessità di non allontanare i cuori, dato che rabbia e urla, inaridiscono i rapporti distruggendoli, e per evitare che conversazioni tra persone di pareri opposti sconfinino nell’odio, va mantenuto il controllo di sé stessi e delle proprie azioni, predisponendosi all’ascolto e instaurando un ponte comunicativo con gli interlocutori con un tono di voce pacato e conciliante, che possa rasserenare e permettere di costruire in nome dell’amore. Riguardo all’essere arrabbiati e al gridare, vanno analizzati due aspetti: l’assoluta pericolosità delle urla, perché distanziano i rapporti umani, e l’importanza dell’amore, perché la discussione fa parte della vita quotidiana, e va percepita nella giusta accezione, come un confronto positivo, dove lo scambio di opinioni e vedute non deve trasformarsi in un ring, con vincitore finale e lottatore perdente. Spesso, durante i diverbi accesi le persone si dilaniano a parole, mortificandosi irrimediabilmente, ma si può evitare ciò con l’esempio dell’atteggiamento delle persone innamorate, che parlano a bassa voce, sussurrando appena le parole, fino a comprendersi solo con lo sguardo.
Nel suo pensiero, Gandhi invita alla riflessione sull’importanza dell’amore, che deve essere inteso come passepartout durante le discussioni, dato che la rabbia che prende il sopravvento durante le conversazioni porta all’ira, che denigra l’uomo, amplificando la pericolosità della rabbia, che si tramuta in acceso risentimento e discordia, andando oltre la razionalità. Per riuscire ad essere mitigati è fondamentale lasciarsi trasportate dalla forza dell’amore, che deve essere recepito come tolleranza e rispetto, predisposizione al dialogo equilibrato ed armonioso, alla base del vivere civile e dei rapporti interpersonali. Secondo ricerche scientifiche, le persone non riescono a costruire un rapporto se non grazie ai sentimenti d’amore, nel suo significato più ampio e universale, che deve essere alla base di tutte le relazioni stabili, in famiglia, fra amici, colleghi e compagni di vita ma, purtroppo, la capacità di riuscire a coltivare una relazione duratura non è innata nell’uomo.
Il messaggio che Gandhi ha sempre tentato di tramandare può essere considerato la più bella morale della favola, e chi ha conosciuto la rabbia nella sua vita, sa cosa provoca, e conosce fin troppo bene il desiderio di urlare nelle circostanze avverse, dovendo alzare la voce, o subendo il tono autoritario e isterico di un interlocutore ma, in tutti i casi, non è urlando che un messaggio diventa più chiaro. Se talvolta, alzare il tono della voce è necessario per non lasciarsi sopraffare, le urla “allontanano” la persona di fronte a noi, alimentando il rancore. Discutere è necessario, ma non bisogna perdere di vista l’altro, riflettendo e formulando correttamente i concetti. Questo risulta l’unico modo per potersi confrontare, non apparendo alquanto refrattari all’ascolto, l’unico sistema per poter davvero scacciare i sentimenti di arroganza che alimentano cose come l’individualismo e l’insicurezza, portando alla completa chiusura della mente e del cuore. Quando capita di discutere, bisogna fermarsi a riflettere attingendo alla forza dall’amore, l’unico sentimento in grado di edificare, oltre ad aspettare che passi la buriana cercando una soluzione, e non un colpevole.