Il governo giapponese si prepara a rilasciare nel suo mare, a partire dal prossimo anno, più di un milione di tonnellate di acqua contaminata, proveniente dalla centrale nucleare di Fukushima, rimasta danneggiata dallo spaventoso terremoto di nove anni fa.
Un’azione tanto pericolosa e discutibile sembra essere stata presa per la mancanza di spazio per immagazzinare il liquido contaminato – già da tempo trattato e da cui sono state rimosse le principali sostanze radioattive, ma dovrà essere ulteriormente diluito fino a 600 volte con acque non contaminate – considerandolo ormai un’opzione realistica ed inevitabile.
Ad essere state stoccate nelle apposite cisterne sono all’incirca 1,23 milioni di tonnellate di acque contaminate nelle quali sono rimasti, però, elementi radioattivi che la tecnologia esistente non è in grado né di purificare né di eliminare, e che dovranno essere eliminate entro la metà del 2022.
Inoltre, il Giappone si prepara a smantellare completamente la centrale di Fukushima – ormai chiusa da tempo – nonostante l’opposizione degli attivisti ambientali – ma anche dei pescatori e degli agricoltori, che temono un rifiuto dei loro prodotti per via della tragedia avvenuta – che temono così un abbandono dei problemi derivanti dal nucleare.