Nel 2020 si celebrerà il centenario della nascita di due mostri sacri del cinema italiano, Federico Fellini ( Rimini 20 gennaio 1920-Roma 31 ottobre 1993 ) e Alberto Sordi (Roma 15 giugno 1920 – Roma 24 febbraio 2003).
“Lo sceicco bianco” è il film che segna l’esordio cinematografico di entrambi nel 1952, l’uno in veste di regista, l’altro nei panni dell’attore di fotoromanzi Ferdinando Rivoli.
La pellicola fu presentata al Festival di Venezia proprio nel 1952. La critica non fu favorevole. Fellini infatti raccontava i segreti e i retroscena del mondo del cinema di quegli anni, attraverso il dramma umano dei coniugi Cavalli.
“La vera vita è quella dei sogni” viene detto a Wanda Cavalli, che, durante il viaggio di nozze a Roma, abbandona il marito per andare a conoscere il suo mito cinematografico, lo sceicco bianco. Disillusa dalla volgarità dell’uomo e dalle sue advances, Wanda tenta addirittura il suicidio, temendo che il marito non la perdonerà. La coppia si riappacificherà.
Si racconta che Fellini, durante il primo giorno di riprese, non riuscì a girare neanche una scena tanta era la tensione, causata anche dalla foratura di uno pneumatico durante il viaggio in 500 che lo aveva condotto da Roma sul set del film.
Nel 1953 Fellini e Sordi lavoreranno ancora insieme nel film “I Vitelloni”, premiato con il Leone d’oro a Venezia, diventando così l’emblema del cinema italiano degli anni successivi.
Rimini, città natale del regista, in attesa del Museo a lui dedicato, si prepara a celebrare il centenario della sua nascita nel luoghi da lui amati e celebrati nel film Amarcord.
Saranno spente 100 candeline su una maxi zuppa inglese preparata per oltre 3.000 persone alla presenza di attori, registi, scrittori, acrobati e clown proprio come sarebbe piaciuto a lui.
“Nulla si sa tutto si immagina” la sua grande lezione.