I ricercatori del Centro Enea di Brindisi, in quest’ultimo periodo, stanno sperimentando alcune innovative bio-pellicole ‘intelligenti’, in grado di cambiare colore se il cibo si deteriora, o di poterne prolungare la scadenza.
Queste nuove plastiche, create con materie vegetali – trasformazione delle sostanze zuccherose contenute in verdure come mais e barbabietole – non solo sono al 100% biodegradabili e compostabili, ma anche applicabili nel packaging alimentare, permettendo di poter dimezzare o, addirittura, mettere fine agli sprechi di cibo.
Tali materiali, di tipo bio-composito, vengono sviluppati combinando alla bioplastica fibre o additivi di origine naturale che derivano da scarti della filiera agroalimentare come lino, canapa, vegetazione olearia, lavorazione del caffè, oltre a possedere proprietà meccaniche e di resistenza al fuoco. Possono essere utilizzate anche per l’arredamento e per gli interni di mezzi di trasporto del calibro di auto, treni, aerei.
Oltre a capacità biodegradabili e compostabili, che le rendono in grado di fornire una risposta specifica all’ambiente con il quale vengono in contatto, le bio-plastiche possiedono proprietà antiossidanti e antifungine per via dell’aggiunta di olio di cardanolo derivante dall’anacardo e di una molecola come la porfirina, permettendo di poter segnalare il deterioramento dei prodotti alimentari, grazie a un cambio di colorazione.
Grazie all’utilizzo di ossido di zinco e alluminio, poi, si è stati in grado di perfezionare biopellicole con proprietà antimicrobiche, adatte a prolungare la scadenza dei prodotti e che, a fine vita vanno incontro a un processo di degradazione che produce sostanze utili come i fertilizzanti, avendo anche caratteristiche chimico-fisiche che gli permettono di sostituire completamente le plastiche di origine fossile.