La contessa della Transilvania, Elisabetta Bathory, nata nel 1560 in una delle più famose e ricche famiglie europee, non solo beveva sangue umano ma amava anche farci il bagno. Si sposò nel 1575 ed andò a vivere con il Conte Ferencz Nadasdy, detto “l’Eroe Nero” d’Ungheria per le sue prodezze in guerra, nel castello di Csejthe, che partì presto in battaglia lasciandola sola. Lei dapprima fuggì con un giovane nobile, per poi ritornare al castello per amoreggiare con la servitù, tra cui le giovani domestiche, venendo iniziata alla magia nera ed alla stregoneria, dal suo servo Thorko e dalla nutrice Ilona Joo. Nel 1600, quando il marito morì, Elisabetta cacciò dal castello la suocera, mandò i quattro figli da parenti e si dedicò completamente ai suoi macabri piaceri.
Un giorno una cameriera tirò, incidentalmente, i capelli della contessa mentre le stava rifacendo un’elaborata acconciatura e la nobile la schiaffeggiò così violentemente che, il sangue sgorgò dal naso sulla mano destra di Elisabetta, e quest’ultima si convinse che la pelle bagnata dal sangue della cameriera, fosse più fresca, morbida e giovane. Fu così che chiamò i due dei suoi tirapiedi, il maggiordomo Johannes Ujvary e lo stregone Torko, i quali tagliarono le vene alla cameriera e ne fecero colare il sangue in una tinozza, in modo che la nobildonna potesse farvi il bagno. Il primo bagno di sangue fu l’inizio di un’orgia che durò per circa un decennio ed alcuni complici, di entrambi i sessi, percorrevano la campagna alla ricerca di ragazze nubili, atte a procurarle il sangue richiesto, promettendo loro un posto come domestica al castello.
Con l’andar del tempo, la nobildonna divenne imprudente, poiché invece di seppellire i corpi li faceva buttare nei campi, per essere divorati dai lupi. Una notte d’inverno, essi arrivarono in ritardo e degli abitanti del luogo trovarono quattro corpi di giovani fanciulle, sotto le mura del castello, e la notizia giunse alle orecchie dello stesso Re. Il 30 dicembre del 1610, venne mandato un distaccamento di soldati, al comando di un cugino della contessa, il Conte Gyorgy Thurzo, con l’ordine di fare irruzione nel castello di Csejthe e una volta entrati, nella grande sala, videro giacere a terra una giovane morta ed esangue, mentre un’altra, ancora viva, era stata orribilmente torturata. Attorno al maniero furono disseppelliti una cinquantina di corpi di giovani ragazze ed Elisabetta, vista la sua posizione privilegiata, fu messa agli arresti domiciliari, mentre gli altri membri della sua casa, furono rinchiusi nella prigione di Bitcse, venendo tutti riconosciuti colpevoli, con due di essi arsi vivi, altri decapitati e cremati, mentre la contessa fu murata viva, nella sua camera da letto, ed attraverso una piccola fessura nel muro fu consentito il passaggio del cibo e dell’acqua, morendo quattro anni dopo.
Fonte articolo & foto: Fabio Giovanni Rocco, https://misterieprofezie.blogspot.com/2019/09/elisabetta-bathory, commons.wikimedia.org, 25 settembre 2019