In questi giorni, nel chiostro della Chiesa di Santa Maria La Nova – sita nel cuore del centro storico – è stato collocato un busto raffigurante Vlad Tepes III, ad opera dello scultore George Dumitru. Conosciuto in Romania per aver respinto l’invasione ottomana, la sua figura è passata alla storia per aver ispirato Bram Stoker, che lo tramutò in Dracula, re dei vampiri. Cavaliere dell’Ordine del Drago – confraternita creata per proteggere il mondo cristiano nell’Europa orientale dall’avanzata dei Turchi nei Balcani – si guadagnò il soprannome di “Impalatore” in quanto applicava tale “condanna” ai prigionieri di guerra; ciò gli costò l’accusa di essere un crudele sovrano, in grado di commettere qualsiasi efferatezza.
La sua morte avvenne tra l’ottobre e il dicembre 1476 e, secondo una tradizione, il suo corpo sarebbe stato seppellito privo di testa – in possesso dell’imperatore turco a Costantinopoli – nel monastero di Comana, in Romania. Secondo un’altra versione, invece, sarebbe collocato nel monastero di Snagov, in un’isola a pochi chilometri da Bucarest. Una leggenda, però, racconta che sia giunto a Napoli – dopo una lunga prigionia presso gli Ottomani – riscattato dalla figlia Maria Balsa e dal genero Giacomo Alfonso Ferrillo – un alto funzionario del governo aragonese di Napoli – venendo tumulato nella sua tomba di famiglia a Santa Maria La Nova, adornata con due dragoni e vari elementi di natura slava.