Poche ore fa, in Danimarca, una donna di 28 anni è stata multata perché indossava il niqab – tradizionale velo islamico che copre la testa femminile, lasciando scoperti solo gli occhi – e ora dovrà pagare 134 euro a causa della nuova e contestata legge che vieta di indossarlo, al pari del burka.
Nonostante il decreto sia da tempo in vigore, diversi gruppi per i diritti umani hanno manifestato contro di esso, giudicandolo “discriminatorio” e temendo che possa essere sfruttato dai gruppi di estrema destra per giustificare qualunque tipo di attacco nei confronti delle comunità islamiche presenti nel paese.
Da quando le Torri Gemelle sono state abbattute da un gruppo terrorista di matrice islamica nella drammatica mattina dell’11 Settembre 2001, la vita di coloro che professano tale fede religiosa è andata via via sempre più peggiorando, in un crescendo di paranoia che, fin troppo spesso, ha portato a un rinfocolare dei crimini d’odio e di razzismo.
Da tempo, per via del timore che possano riunirsi e organizzare “potenziali attentati”, viene impedita la costruzione di nuove moschee, costringendo i “fedeli” a pregare sui loro tappeti o in strada – e quanto avvenuto a fine giugno, durante la preghiera di chiusura del ramadan in Piazza Garibaldi, con migliaia di persone in ginocchio, in direzione della Mecca, ne è un esempio -provocando problemi di varia natura.
Nonostante la Polizia e i Servizi Segreti abbiano sventato, in più occasioni, possibili attacchi terroristici e neutralizzato cellule dormienti spesso guidate da imam che sono stati espulsi per la loro “visione estremista” dell’Islam, il negare dei luoghi di culto che si possano monitorare potrebbe trasformarsi in un errore che potrebbe rivoltarsi contro di noi.
Continuando a criminalizzare chi non ha a che fare con il terrorismo, esiste il pericolo che, per proteggersi, costoro finiscano per arroccarsi sulle loro posizioni per difendersi, portando ad eventi come la candidatura del partito islamico belga alle elezioni per l’introduzione della sharia o ad attentati contro i luoghi di culto di altre religioni.
Gli eventi dei prossimi anni determineranno se una guerra di religione si potrà evitare oppure no.