In questi ultimi tempi, nella spiaggia di Khalaktyrsky, sulla costa russa del Pacifico, è in atto un potenziale disastro ambientale legato al petrolio, che ha mietuto decine di animali, finiti morti sulla riva, a contatto con acqua marina divenuta gialla.

Il ministero ad interim delle risorse naturali e dell’ecologia ha fatto analizzare alcuni campioni d’acqua, in cui sono stati riscontrati un massiccio eccesso di prodotti petroliferi – quattro volte più alti dei normali limiti – confermando la gravità della situazione in atto.

In televisione e sui social media, ormai fioccano immagini di polpi morti, foche, ricci di mare e stelle marine disseminate lungo i bordi della spiaggia, mentre i pesci morti sembrano essere stati bolliti, per via dell’aspetto che hanno assunto.

Al momento l’area della Kamchatka interessata dal fenomeno è sotto osservazione – per via del colore e dell’odore innaturali assunti dal mare – anche per la presenza di un “liquido giallastro-verdastro” galleggiante sull’acqua in un lungo un tratto di costa che va dai 20 ai 30 chilometri.

Tra le cause che si possono ipotizzare vi sono una fuoriuscita di sostanze tossiche, un’attività vulcanica nell’area colpita e una fioritura anomala di alghe mortali; non viene abbandonata la possibile pista di sversamenti non identificati nelle baie di Vilyuchinskaya, Salvation e Bezymyannaya, a circa 20-50 km a sud della spiaggia di Khalaktyrsky.

Bisogna sperare che le indagini portino a chiarimento la vicenda per evitare che un ennesimo disastro ambientale possa passare sotto silenzio.

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