Con la riapertura di Piazza del Municipio, dopo oltre vent’anni anni di lavori, dai sotterranei del Maschio Angioino riemergono nuovi capolavori. Dopo tanto tempo, i tesori nascosti di Castel Nuovo ritornano alla luce. Nel dettaglio, un patrimonio di quattrocento dipinti, insieme a sculture e complementi d’arredo, emersi da un sopralluogo nei sotterranei del castello. A quanto sembra, nei suoi magazzini erano rimasti dimenticati, per diversi decenni, capolavori di importanti esponenti della scuola napoletana, tra cui alcuni dipinti attribuiti a De Mura, Giordano e De Matteis. Nel tesoro nascosto sotto la città sono state rinvenute anche opere di Jacopo Cestaro e un grande dipinto di Luca Giordano, la “Madonna del Rosario e Santi Domenicani”, ora destinato ad una grande opera di manutenzione. È previsto, inoltre, il restauro di oltre sessanta dipinti datati tra il XV al XIX secolo, tra cui diversi pezzi davvero importanti del rococò in Italia.
I capolavori del Settecento napoletano, rimasti dimenticati per decenni, saranno restituiti provvidenzialmente al patrimonio storico della città. Alcune delle opere sono state identificate, come pure dei quadri immediatamente attribuiti a Jacopo Cestaro, caro ai napoletani per gli affreschi sulla volta della Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo. Tra le opere riportate alla luce, il “Cieco di Gerico” di De Mura e due dipinti di De Matteis. Tra gli esponenti più rappresentativi del Barocco nel Regno di Napoli, e che lavorò anche presso la corte di Luigi XIV e per il Papa Innocenzo XIII, e fu negli ultimi anni del Seicento tra gli allievi del già celebre Luca Giordano. Nei magazzini del Maschio Angioino giacevano due sue opere, “La Trinità” e “La Vergine, Cristo e San Nicola”, insieme a una “Crocifissione” attribuita a Giacinto Diano ed un “San Giovannino” della scuola di Battistello Caracciolo, la cui “Gloria della Vergine” è appena tornata a splendere nella Chiesa della Marinai.