La professoressa Alessandra Devoto, dell’Università di Londra, coadiuvata dai colleghi Amanda Harvey, della Brunel University di Londra, e Nicholas Smirnoff dell’Università di Exeter, sarebbe riuscita ad individuare una pianta in grado di fermare il cancro al seno.
Conosciuta con il nome di Arabidopsis thaliana che da sempre è considerata dai più “un’erbaccia” comune, ma che si è dimostrata in grado di poter riuscire a bloccare la crescita delle cellule tumorali provocate da tale cancro.
L’esperimento dal quale sono emerse le sue “proprietà curative” ha visto le sue foglie trattate in precedenza con l’ormone vegetale orm presente nel gelsomino, e che aumenta le risposte delle piante allo stress, per poi essere incubate con cellule tumorali apposite che, a contatto con esse, perdevano la capacità di svilupparsi, lasciando inalterate le cellule sane.
Tra gli effetti positivi, il trattamento derivato dalla Arabidopsis thaliana sembra richiedere dei tempi di recupero molto più rapidi e, soprattutto, degli effetti collaterali decisamente minori per i pazienti sottoposti ad esso.
Tale scoperta potrebbe avere importanti implicazioni nello sviluppo di nuovi e funzionali trattamenti contro il cancro e altre malattie, grazie all’individuazione dei meccanismi molecolari associati ai cambiamenti delle cellule cancerogene, portando a cambiamenti positivi nello sviluppo di futuri trattamenti chemioterapici.