Chiara Esposito, in arte Kya, è una giovane cantautrice napoletana classe ’99.
Dopo aver pubblicato il suo ultimo singolo, Favela, nel luglio 2021, torna sulla scena musicale con Crisalide, un brano scritto nel corso del 2020, nel pieno della pandemia da Covid-19. In esso si racconta la sua lunga convivenza con il disturbo alimentare in maniera sincera e delicata, senza mai cadere nella banalizzazione del problema e dell’esperienza che comporta. La forza della cazone, inoltre, sta nel coinvolgere l’ascoltatore in una storia sfaccettata in cui può immergersi attraverso il suo personale punto di vista.
“Crisalide per me significa rinascita: una personale per la Chiara di tutti i giorni e una artistica per Kya”.
Per quanto riguarda l’aspetto musicale, si evince l’approdo a sonorità nuove, più intime e dal gusto ambient. Testo e musica sono il frutto della collaborazione dell’artista dapprima con Paci Ciotola e poi con Luca D’Agostino, in arte Scirocco, che si è occupato anche della produzione del brano. Il tutto si pone, inoltre, come l’apertura di un proficuo sodalizio artistico tra i due. La data di pubblicazione del brano sarebbe dovuta essere il 15 marzo 2023, la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla per la sensibilizzazione nei confronti dei disturbi alimentari. A causa di un infortunio, l’uscita del brano è slittata al 31 marzo.
L’autrice racconta di sè stessa, quando era tormentata da problemi di natura alimentare, che prima l’hanno portata a trovare un “rifugio sicuro” nel cibo, per poi iniziare a digiunare durante il periodo delle scuole medie. Tale disagio, alla fine, esplose durante gli anni del liceo condizionandola pericolosamente, tanto da rendere quasi impossibile mangiare “addirittura” una semplice mela.
Un’ancora di salvezza, in tale desolazione emotiva e vitale, giunse dallo sport: essere costretta ad eseguire intense sessioni di cardio e di allenamenti brucia grassi, la costrinsero a farsi tornare l’appetito per poter sopravvivere, arrivando a considerare il cibo solo come “carburante per vivere”. Il problema, oggi, non è stato risolto del tutto; da tempo è in atto una convivenza con il “dissidio interiore” che non dovrà mai riuscire a prevalere.