Oggi torniamo a parlare dell’Ospedale Cotugno e della formidabile attività di assistenza medica fornita ai malati colpiti da COVID-19 non solo da un punto di vista fisico, ma anche psicologo.
Oramai è un fatto noto che i casi confermati di COVID-19 sono ricoverati in stanze d’isolamento singole con bagno dedicato e che non sono consentite visite ai pazienti che devono rimanere in isolamento per lunghi periodi ovvero fino alla guarigione clinica che dovrebbe essere supportata da assenza di sintomi e tampone naso-faringeo ripetuto due volte a distanza di 24 ore e risultati negativi prima della dimissione ospedaliera.
Il personale sanitario in contatto con pazienti affetti da COVID-19 deve indossare DPI adeguati, consistenti in filtranti respiratori FFP2 (utilizzare sempre FFP3 per le procedure che generano aerosol), protezione facciale, camice impermeabile a maniche lunghe, guanti. Proprio per questo motivo, i contatti sono ridotti al minimo e solo se strettamente necessari. Da qui la necessità di ingegnarsi per non lasciare soli i pazienti in isolamento con le proprie emozioni e paure.
Ieri, in un servizio del Tg3 Campania, andato in onda alle ore 19,30, è stato intervistato il primario del Reparto di Psichiatria del suddetto nosocomio, il Dr. Giuseppe Nardini, il quale ha illustrato le modalità di supporto psicologico fornito, in questo periodo, ai pazienti ricoverati in isolamento.
Egli ha spiegato che, attraverso un servizio chiamato Voce Amica, coloro che sono costretti all’isolamento vengono raggiunti, da medici psicologi e psichiatri, attraverso telefonate oppure, se i dispositivi lo consentono, videochiamate sui telefoni cellulari personali.
Un supporto professionale valido, seppur a distanza, che aiuta i pazienti a confrontarsi psicologicamente nel modo migliore possibile con la loro condizione.