Negli ultimi dodici mesi si è avuto un innalzamento della temperatura globale di 0,75 °C dall’epoca preindustriale, fungendo da ennesimo segnale della grave crisi climatica in corso. Quello che si sta verificando è un trend preoccupante – secondo il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres – tanto che il tutto può essere definito un principio verso “l’autostrada dell’inferno”. A finire sotto accusa le industrie dei combustibili fossili, i cui prodotti andrebbero vietati per la vendita, in quanto le emissioni di anidride carbonica e di altri gas a effetto serra stanno provocando il riscaldamento globale. Per evitare una “tragedia annunciata da molto tempo” – secondo gli esperti – bisogna accelerare la transizione ecologica, dato che ormai si è entrati nel range di riscaldamento che va oltre la soglia critica di 1,5 °C, fissata dall’Accordo di Parigi sul Clima di nove anni fa. Non farlo significa addentrarsi in un territorio ignoto, dove sono in attesa gli effetti più catastrofici e irreversibili della crisi climatica da tempo in corso. Non manca “ancora molto” per superare la soglia critica fissata dagli esperti, e che porterebbe ad “indicibili sofferenze per l’umanità”, in quanto i prossimi cinque anni saranno cruciali per scongiurare una catastrofe da fin troppo tempo annunciata da esperti e scienziati.