Napoli, una città sorprendente che ha molte e diverse possibilità di lettura. Per ognuna di essa è possibile per un visitatore, ma anche per un residente, intraprendere itinerari peculiari che vanno dalla storia o ad uno stile d’Arte. Uno possibile è sicuramente l’itinerario dei Chiostri.
La città antica suddivisa in molte insule ecclesiali contengono al loro interno spazi aperti, veri e propri scrigni per i suoi contenuti.
La Chiesa ha saputo commissionare rappresentare, contenere e conservare le più belle opere d’arte del nostro patrimonio architettonico.
Centro dell’attività monastica, i chiostri sono da sempre luoghi di preghiera, di riposo, di luce e alcuni contengono affreschi di elevata finitura che rendeva il passeggio all’interno celestiale.
I chiostri non sono una prerogativa napoletana, ma Napoli nei suoi eccessi contrastanti, nel suo ordinato caos e frastuono, per contrappasso, ha saputo ancor più esaltare questi luoghi, vere oasi in un deserto affollato.
Il contrasto con i vicoli esterni ne esalta ancor di più il silenzio che diventa assordante una volta entrati. Il clima gradevole agevola la crescita di giardini accurati, con alberi secolari che possono raccontarti la storia o le storie.
Luoghi appartati che per secoli custodiva la vita monacale e conventuale; calpestati da pochi eletti ed oscurati dalla bellezza delle Chiese adiacenti, i chiostri restano luoghi trascurati e poco conosciuti.
Il chiostro dal latino “claustrum” è un recinto, un luogo che racchiude spesso tra le mura conventuali tesori d’Arte e di storia.
La scoperta di una dimensione, solo apparentemente in contrasto con la stereotipia della città, è stata una spinta ad educare alla bellezza di questi luoghi, i giovani allievi dai 10 ai 13 anni.
Con un’iniziale naturale riverenza si sono man mano lasciati guidati e hanno preso confidenza e familiarità con i siti visitati, curiosi di quell’alone di segretezza e mistero che avvolge un chiostro che traspira storie e passioni.
Hanno disegnato particolari, inventato storie fantastiche, hanno contratto un patto indissolubile con la loro città capace di fornire ricoveri in piccoli paradisi.
Hanno sperimentato l’attesa, il silenzio la concentrazione che quei luoghi richiedevano.
Hanno scoperto un nuovo spazio che magari vivranno anche da soli, una possibilità di serenità e di bellezza che sapranno condividere con un amico o magari con un primo amore.
Hanno sprigionato la fantasia di immaginare nuove possibilità funzionali per uno spazio che in quanto tale va riempito e alla richiesta di cosa si potrebbe fare in un Chiostro hanno risposto così:
Cosa si potrebbe fare in un Chiostro?
Rilassarsi, studiare, battaglie di neve, caccia al tesoro, giocare, costruire sculture di animali, fare sfide di balli, giostra di cavalieri, una gara di corsa, una battaglia di draghi o degli Dei, cerimonie, una caccia di fantasmi, nascondino con mostro, gare di volo, dipingere quadri.
E ancora una pista pattinaggio, un passaggio segreto, un ristorante, un corso di arte, un dormitorio che apre al mondo, una scuola di magia, un parco giochi , un concerto, una discoteca o un teatro.
Una torre Eiffel per i baci, un mondo di favole, foto di persone defunte che però rinascono, un pozzo con acqua glitterata …
Tutto ma anche niente per godersi il silenzio e far vagare il pensiero.