L’Incomunicabilità generazionale.
Un contrasto che esplode quando persone di età e di esperienze diverse si confrontano, non riuscendo a trovare punti in comune, dato che i più anziani, convinti che la loro età li renda gli unici in grado di comprendere le cose, scelgono di infischiarsene di cosa possano pensare gli altri, senza comprendere che un “diverso punto di vista” possa tornare utile. Spesso, questo tipo di problema esplode tra padre e figli, quando il primo non comprende che bisogna rispettare il loro “spazio vitale”, senza pretendere che “seguano alla lettera” quanto gli si è insegnato, solo perché si è nati prima. I secondi, nel tentativo di “difendere ad oltranza” la loro “libertà”, scelgono di basarsi sulle esperienze e di rischiare, in prima persona, le potenziali conseguenze delle proprie azioni.
Ciò, che lo si voglia o meno, porta entrambe le parti a trincerarsi dietro una “difesa estrema” delle proprie posizioni, che scelgono di arroccarsi in quello in cui credono, chiudendosi a ogni possibile dialogo o chiarimento, fino a una progressiva e, a volte, definitiva chiusura dei rapporti, che si inaridiscono fino alla dipartita di uno dei due. Ad analizzare un tale fenomeno sociale, verso la fine degli anni ’80, in un film intimista focalizzato in una sola ed unica giornata, il regista Ettore Scola che, per la seconda volta, ha la possibilità di collaborare con il solido duo attoriale Marcello Mastroianni & Massimo Troisi: Che Ora E’.
L’avvocato Rinaldi piomba a Civitavecchia per incontrare il figlio Michele, a cui manca poco per finire il servizio di leva, nella speranza di coinvolgerlo nei suoi affari. Ma, ormai, il giovane si è costruito un mondo fatto di relazioni e di rapporti in grado di accettare la sua tendenza schiva e riservata, per niente incline alla ricerca del successo personale. Per tutto il tempo, Rinaldi tenterà, senza alcuna speranza, di ingraziarsi il figlio, che ha scelto autonomamente una sua strada, fino al momento della partenza quando, in attesa di andar via, si dedicheranno a un vecchio gioco con l’orologio d’argento del nonno ferroviere, l’unica cosa davvero bramata dal giovane.