“…che Babbasone!”
Questo termine indica una persona dal fisico corpulento e credulona, anche come conseguenza di un carattere molto aperto e facilone, a tratti simile al babbione come termine.
Oggi un pasticciere ha creato un dolce creato con babà e creme da mangiare in un barattolo, chiamato proprio così dal suo inventore il Vincenzo Ferrieri, patron di SfogliateLab… ed è possibile gustarlo in più gusto, un dolce facilone… da farsi o da mangiare?
Certo è che il significato del termine ci arriva da un antico racconto di Matilde Serao incluso ne “Il Paese della Cuccagna” e riportato alla memoria da un post del giornalista napoletano Pietro Treccagnoli. Si descrive di un proprietario di un’osteria dei Ponti Rossi si chiamava Babbasone, che appunto aveva una corpulenta fisicità ed era un credulone, per il suo carattere aperto e facilmente ingannabile.
L’etimologia probabilmente deriva da un tardo latino babasonem, e la radice ripetuta “ba” che potrebbe indicare balbuzie o scarsa capacità di comprensione.
Per altri ricercatori si rifà la termine babbo. In questo caso, in gran parte d’Italia, non significherebbe papà, ma tonto. ‘O babbo (in Toscana) è colui che ascolta senza intendere, che ti guarda con aria perplessa e di sufficienza anche se gli chiedi semplicemente se gli va un caffè. Insomma, un tipo con la testa tra le nuvole.
Oppure colui che per la sua abilità nel perdere il suo tempo facendo sciocchezze o cose di poca utilità. Non a caso, in alcune zone come nell’avellinese, è stato addirittura coniato un verbo per indicare tale attitudine, ossia “babbiare”, e nel napoletano “me’ staie abbabbianne?”. In quest’ultimo caso si può tratture ‘mi stai addolcendo per accaparrarti la mia approvazione”.
Non a caso la differenza del “babbo” è differente di significato con “Babbasone” è percepito con una vena di affetto e comprensione, sottolineandone che è così ingenuo che qualsiasi cosa che dice non è fatto con malizia e cattiveria: Chill’è ‘nu buon guaglione, è sule ‘nu poco babbasone.