Giuseppe Conte, ingegnere ed ex sindaco di Casamicciola, a partire dal mese di settembre aveva tentato disperatamente di mettere in guardia i suoi concittadini riguardo ai danni che potevano provocare le piogge. In precedenza, nel 2009, c’era stata già una frana con alluvione ma, dopo quell’ennesima tragedia, nulla è stato fatto per rendere libere le cave presenti sull’isola, allo scopo di permettere la discesa “in sicurezza” delle acque fino a raggiungere le zone marine. In particolare, uno dei cavoni – Cava Pozzillo – necessitava urgentemente di interventi di manutenzione; per la precisione, bisognava liberare l’alveo che risultava otturato da materiale franato precedentemente per far defluire l’acqua con maggiore facilità, prima che si creassero problemi di stabilità alle pareti della suddetta. Se la manutenzione a scopo “protettivo” fosse stata eseguita tramite la rimozione dei materiali rocciosi che li ostruivano, insieme al ripristino delle griglie, si sarebbe potuto scongiurare un disastro non dissimile a quello dell’alluvione del 1910.