I Campi Flegrei si trovano in una zona ubicata nel golfo di Pozzuoli, a poca distanza da Napoli. Il loro nome scaturisce dalla lingua greca. Infatti in greco “flego” vuol dire: brucio.

Tutta l’area è in effetti una enorme caldera apparentemente in stato di quiescenza. La caldera è una grande depressione ad imbuto sempre attigua ad un vero e proprio cono vulcanico, che è originata da uno sprofondamento del condotto vulcanico. La descritta area presenta un notevole diametro che sfiora addirittura i 15 chilometri. In essa si evidenziano molti crateri e spazi vulcanici o con emissioni di gas, come la Solfatara, o con acque termali, come Agnano o Lucrino, che da molti secoli sono la causa del noto fenomeno del bradisismo: questo fenomeno è visibile nel tempio di Serapide a Pozzuoli. In questa zona c’è il noto lago d’Averno di chiara origine vulcanica e sono visibili lungo la costa altri particolari laghi, tra cui il lago del Fusaro. I Campi Flegrei purtroppo sono da considerare un territorio vulcanico pericoloso, in quanto potrebbe manifestarsi un improvvisa eruzione vulcanica di tipo esplosivo letale per tutta la popolazione residente, da Bacoli a Giugliano in Campania, fino ad alcune zone di Napoli, come Fuorigrotta.

Neppure le isole di Ischia e Procida sarebbero fuori della portata del futuro fenomeno vulcanico.

L’origine geologica di questa zona risale a circa 40.000 anni fa, periodo in cui si svilupparono numerose eruzioni vulcaniche di tipo esplosivo e non, che molto probabilmente causarono lo sprofondamento della caldera a cui si è accennato. Successivamente circa 15.000 anni fa nei vulcani di questa zona si depositò una grande quantità di pomici e ceneri provenienti dal dissolvimento di almeno 40 chilometri di magma. Il prodotto di questo fenomeno fu un particolare tipo di tufo di colore giallo, residuo di un enorme vulcano posizionato sotto il mare e circostante. Ancora in epoca successiva in un periodo compreso tra gli 8.000 e i 500 anni fa ci fu una forte attività vulcanica di formazione del lago d’Averno e del Monte Nuovo, vicino al lago di Lucrino.

L’eruzione che portò alla improvvisa nascita del Monte Nuovo, avvenne nel 1538, circa 500 anni fa, e causò la morte di qualche decina di esseri umani che in quel momento si trovavano nella zona.

Gli Istituti Nazionali che, unitamente a primarie Università a livello internazionale, controllano continuamente questi fenomeni, sostennero nel 2017 che questa particolare caldera avrebbe prodotto un’attività vulcanica esplosiva in poco tempo. Ma a tutt’oggi ciò non si è ancora verificato. Si sa soltanto che questa caldera è da considerare attualmente il più pericoloso tra i vulcani italiani. Non sappiamo con certezza quando ciò accadrà. Si sa solo che tutta la zona molto popolosa ne verrebbe colpita: consideriamo, peraltro, che in questa zona vive una popolazione di almeno 3.000.000 di persone. Se veramente ci fosse l’accennata eruzione, pochi si salverebbero. Non sembra che oggi esista un dettagliato piano di evacuazione, che possa scattare fondatamente molto prima del fenomeno eruttivo. Dobbiamo però essere fiduciosi, in quanto potrebbe essere predisposto tra breve, nell’interesse di tutti coloro che abitano in questa particolare zona.

Se ne parla da più parti.

 

 

 

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