La conquista di Napoli del 536 D.C. da parte di Belisario, noto generale di Giustiniano dipese essenzialmente da uno stratagemma: la risalita dell’acquedotto, attraverso un varco ritrovato inaspettatamente da un suo soldato. Belisario nascose un reggimento di cavalleria al completo in una grotta nei pressi dell’attuale Capodichino. Allora Napoli era assoggettata ai Goti, molto odiati dai napoletani. L’assedio durò almeno un mese. Dopo questo lungo periodo di tempo un soldato avvertì il generale Belisario che l’accesso alla città sarebbe stato possibile passando dall’acquedotto greco sotterraneo che penetrava a Napoli attraverso la attuale Porta Capuana. A Belisario non rimase che seguire il percorso dell’acquedotto così con i suoi soldati riuscì ad entrare a Napoli attraverso la Porta di Santa Sofia nella attuale antica via di S. Giovanni a Carbonara. Liberatisi delle guardie riuscirono finalmente ad aprire le porte a quel reggimento di cavalleria che da giorni si era nascosto in una grande grotta di Capodichino. Belisario tentò in tutti i modi di evitare un massacro e il saccheggio della città ,ma il suo tentativo non riuscì. Il massacro e il saccheggio della città furono inevitabili. Le notizie su questo massacro sono estremamente imprecise: dunque non conosciamo il numero dei morti ne’ quello dei superstiti. Con l’assedio di Napoli e la sua conquista l’obiettivo di Belisario di cacciare definitivamente i Goti dal suolo italico era vicino, ma non fu raggiunto del tutto.

Alcuni studiosi narrarono che questo generale cadde successivamente in disgrazia ed addirittura si ridusse a chiedere l’elemosina per strada, ma ciò’ non si può’ confermare con esattezza.

 

FONTEDe Bello Gotico di Procopio di Cesarea
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