Nel bacino salato del lago Callabonna, un’equipe dell’Università Flinders di Adelaide – in Australia – è riuscita a recuperare un cranio fossile intatto di Genyornis Newtoni. Questo gigantesco uccello preistorico è riuscito a sopravvivere fino al Pleistocene in Australia, e deve il suo nome dall’enorme becco simile a quello di un’oca. Estintosi nella terra dei canguri cinquantamila anni fa, fu sfruttato come “riserva di cibo” dall’uomo, fino ad estinguersi. In precedenza, alcuni esemplari incompleti furono scoperti nel 1872, in un sito paleontologico, dove risultarono deteriorati a causa dell’eccessiva salinità del luogo – che li portò a seccarsi una volta prelevati – e la cui parte più impressionante è l’immenso becco, dotato di un’apertura a pappagallo ma simile a un’oca. Da quanto appurato finora, era erbivoro e si nutriva di grandi frutti, e poteva pesare più di duecento chili arrivando ad un’altezza superiore ai due metri, e la sua prima descrizione risale al 1896 ad opera del dottor Edward Charles Stirling, che ipotizzò una sua parentela con gli uccelli urlatori e con l’oca gazza australiana. Il suo caratteristico cranio, in più, so dovrebbe collegare alla prima evoluzione degli uccelli acquatici da un antenato di natura comune, per via della disposizione muscolare della mascella e delle strutture ossee laterali alla scatola cranica.

FONTEfanpage.it
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