L’Aspirina (acido acetilsalicilico) è il farmaco in assoluto più conosciuto al mondo. Dopo  120 anni dalla sua sintesi e commercializzazione vanta, tra i suoi tanti primati, quello di essere prodotto, ancora oggi, nella ragguardevole quantità di circa 50.000 tonnellate/anno, a livello mondiale.

Si può considerare una pietra miliare nella storia della farmacologia e della medicina.

Ma risaliamo all’antica Grecia, più o meno nel quarto secolo a.C., quando Ippocrate di Kos, il padre della medicina moderna,  consigliava alle partorienti, per vincere il dolore delle doglie, di bere un infuso di foglie di salice o la linfa estratta dalla corteccia.

Seppure in maniera inconsapevole, Ippocrate da va la sua benedizione scientifica al futuro medicamento.

Il trascorrere dei secoli ha visto l’utilizzo dell’acido salicilico, estratto appunto dalla corteccia del salice, la cui produzione industriale  inizia solo nel 1874.

Ma c’è un problema: pur costando poco e rivelarsi efficace nell’abbassare la febbre, il prodotto è amarissimo con un effetto collaterale ancora più grave: un’azione molto aggressiva sulla mucosa dello stomaco.

E arriviamo al 1897 quando  Felix Hoffmann, ricercatore farmacologico dell’industria farmaceutica

“Farbenfabricken vorm. Friedrich Bayer & Co.”, sintetizza l’acido acetilsalicilico (ASA) aggiungendo  un gruppo acetile all’acido salicilico.

Prima di comunicare la sua scoperta Hoffmann  ne provò l’efficacia  e la tollerabilità sul padre, sofferente di dolori reumatici. Egli si accorse che l’ASA, oltre ad avere un evidente effetto sul dolore, non dava problemi di stomaco all’anziano genitore.

Il 6 marzo 1899 l’ASA apparve con il numero 36/433 nel registro dell’Ufficio Brevetti  Imperiale di Berlino e fu commercializzato come prodotto analgesico-antipiretico con il nome di Aspirina.

Inizialmente commercializzato in polvere fu il primo farmaco ad essere preparato in compresse consentendo al paziente di assumere la giusta dose di farmaco.

Da allora l’ASA si è diffuso in tutto il mondo diventando uno dei principi attivi più utilizzati  nella terapia sintomatica della febbre e di alcuni tipi di dolore (cefalea, artralgie, mialgie, nevralgie, dismenorrea) e come antinfiammatorio nei dolori reumatici, sebbene  in alcuni pazienti dia problemi di stomaco.

Più recentemente si è scoperta la sua importante attività antitrombotica, efficace a basso dosaggio

(100 mg). Inoltre è stata oggetto di alcuni promettenti studi sulla prevenzione dei tumori del colon-retto.

Un’ultima chicca: in occasione dell’armistizio dopo la prima guerra mondiale gli Americani imposero ai Tedeschi  sconfitti la cessione del marchio per produrre e commercializzare negli Stati Uniti  il prodotto con il suo nome di origine.

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