Il lupercale, cioè la grotta dove furono allattati da un a lupa Romolo e Remo, fu individuato sul colle del Palatino sotto la casa di Augusto.

Furono adottate tecniche all’avanguardia: utilizzando una particolare sonda con telecamera, si scoprì una cupola larga circa 6 metri con mosaici in marmo a più colori con al centro una aquila bianca. L ‘altezza di questo ambiente è di 7 metri.

Da ricordare che il culto del Lupercale era legato ad un’antica festa romana che si celebrava il 15 febbraio di ogni anno: si trattava della festa dei Lupercali. Nel corso di questa antica festa i Romani che vi partecipavano erano coperti nelle loro parti intime soltanto da pelli e correvano intorno alla grotta frustando le donne per renderle fertili.

La leggenda è comunque nota a tutti. Una vestale romana rea Silvia, figlia di Numitore posseduta dal dio Marte, diede alla luce due gemelli; condannata a morte per aver violato l’obbligo di castità in vigore per le sacerdotesse, venne gettata nel fiume Aniene che però la resuscitò. I due gemelli che dovevano essere uccisi, invece, furono risparmiati da un servo che li depose in una cesta sulle acque del Tevere. La cesta si arenò ai piedi di un albero di fico. Una lupa che si stava abbeverando nel fiume, attirata dai vagiti dei due gemelli, li allattò. Il caso volle che un pastore di nome Faustolo li ritrovò e li portò alla moglie Laurenzia. I due gemelli crebbero nella loro capanna che si trovava sul colle Palatino. Questa è la leggenda, ma l’incredibile ritrovamento del Lupercale potrebbe avvalorare alcune circostanze di ordine storico, ancora oggetto di studio da parte degli storici.

Un altro tassello della conoscenza storica si aggiunge agli altri, per la continua ricerca della verità sulla vita umana di circa 2800 anni fa.

 

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