Pochi mesi fa, una squadra di paleontologi guidato da Tim Rietbergen – di stanza presso il Naturalis Biodiversity Center di Leiden (Paesi Bassi) – ha individuato e scoperto – in una regione nel sud-ovest del Wyoming, nell’area oggi conosciuta come Formazione Green River – i resti fossili di ben trenta pipistrelli preistorici. Recuperati nei sedimenti di alcuni antichissimi laghi in perfetto stato di conservazione, ora sono conservati nell’American Museum of Natural History e nel Royal Ontario Museum e, dagli esami effettuati, dovrebbero essere gli esemplari più antichi al mondo, risalenti a ben cinquantadue milioni di anni fa.
A rendere speciale il loro ritrovamento, l’inattesa rivelazione della loro appartenenza a una specie scoperta dal paleontologo Gregg Gunnell – che in precedenza, ne aveva scoperti alcuni esemplari per conto del Museo di Paleontologia del Michigan – dal nome Icaronycteris Gunnelli in suo onore. La loro struttura scheletrica risulta più piccola delle mille e trecento specie oggi esistenti – e di cui rappresentano il 20% dei mammiferi terrestri – e il loro peso doveva aggirarsi intorno ai trenta grammi, con un’apertura alare ripiegata sul corpo. Ora, in teoria, si dovrebbero aprire nuove porte nello studio della loro evoluzione, a partire dagli adattamenti evolutivi che hanno portato alla nascita dei loro discendenti attuali.